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A tu per tu con Fabrizio Pasqua, arbitro di Tivoli: domani è la sua ottava volta in Serie A

A tu per tu con Fabrizio Pasqua, arbitro di Tivoli: domani è la sua ottava volta in Serie A

di Alessandro Galastri

Fabrizio, domenica dirigerai Samp- Pescara, per la tua ottava volta in Serie A. Sensazioni?
Sensazioni positive, la giusta carica agonistica per cercare di dirigere bene, senza strafare o voler dimostrare.

Nel maggio del 2013 l’esordio in una gara di A. Descrivici cosa hai provato quel giorno.
La fortuna di avere uno stadio pieno (il Catania festeggiava la posizione più alta mai raggiunta in A), l’ingresso in campo mi ha fatto “rabbrividire”. Mi sono passati in mente tutti i momenti della mia carriera, dalla prima gara nei giovanissimi a Marcellina, fino ad arrivare in uno stadio di Serie A. Sono sensazioni uniche e difficili da descrivere, bisognerebbe provarle.

Quando ti vedremo in pianta stabile in Serie A, dopo anni di Lega Pro e Serie Cadetta?
Mi alleno, studio e lavoro per arrivare un giorno in pianta stabile in Serie A, sperando possa essere il più vicino possibile. In Serie B insieme al mio consezionale Marinelli siamo tutti molto bravi e preparati, quindi la lotta è bella intensa.

Quanto pensi di essere cresciuto in questi anni e a chi devi il tuo successo?
Devo ringraziare di essere diventato arbitro. Mi ha aiutato a crescere soprattutto come uomo, viste le responsabilità e la capacità di dover decidere in pochi attimi, sotto una costante pressione.

Sei ancora giovane, a 35 anni. Cosa sogni nel futuro? E quale è la gara ideale che desidereresti arbitrare per coronare la tua splendida carriera?
Un passo alla volta, intanto sogno la serie A, se poi devo pensare in grande, il sogno sarebbe quello di arrivare a 45 anni integro e nel pieno della forma in Serie A. Per quanto riguarda la partita, il massimo sarebbe dirigere un derby tiburtino.(ride).

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