L’impianto di trattamento meccanico biologico aprirà, è in corso l’istruttoria sul collaudo da parte della Regione Lazio, ma il Tmb di Guidonia Montecelio è un tassello di un mosaico che si chiama gestione dei rifiuti regionale. Il problema è a monte, lo ha detto il direttore del dipartimento rifiuti, rispetto anche a un territorio difficile come Guidonia, la sfida è una responsabilità complessiva, pensando che c’è la linea del 2024, quando si rivedrà l’autorizzazione. In tutto questo il Comune ricorre al Tar contro la determinazione regionale che ha dato il via libera all’impianto, in una geografia che vede ognuno restare sulle proprie posizioni. Le associazioni ambientaliste in assetto da battaglia sul piano legale e civico, l’amministrazione che dice il suo “no” dal palazzo bianco, e la Regione che manda avanti l’operazione del privato su procedimenti incardinati da anni, tra microfoni che restano spenti e un certo imbarazzo in casa Pd che a Guidonia si batte per il no al Tmb e in Regione invece vede il partito andare in altra direzione. Una scacchiera cristallizzata dalla commissione regionale congiunta con i due presidenti Marco Cacciatore (Rifiuti) e Valerio Novelli (Ambiente), più gli esponenti locali politici e le associazioni, i consiglieri regionali e il direttore del dipartimento, la parte amministrativa appunto, Flaminia Tosini che ha proprio firmato quella determinazione del 6 luglio.
Alle associazioni è toccato il compito, in apertura di commissione, di ripercorrere la storia e l’unicità di un sito dove per decenni c’è stata la convivenza di una discarica con un parco regionale. Marco Giardini, del comitato per il risanamento ambientale, ha ricordato l’impegno delle forze civiche, gli studi, i convegni per valorizzare l’area protetta, “le associazioni si sono sostituite agli enti pubblici”, ha detto così. L’Inviolata è un paradosso con la discarica chiusa ma ancora da bonificare, e biodiversità rarissime, “tutto ciò non è compatibile con il Tmb”. Già perché sempre lì c’è l’impianto che tratta i rifiuti. La spazzatura entra e che diventa alla fine del processo? Combustibile solido secondario (la nuova versione del cdr che viene bruciato poi nei termovalorizzatori e grazie al decreto Clini anche nei cementifici), la fos cioè la frazione organica stabilizzata e in minima parte c’è il riciclo. L’impianto era stato messo sotto sequestro e poi appunto in questi mesi “liberato” dal tribunale di Tivoli, da lì l’ok della Regione Lazio di luglio. Una ricostruzione attenta, tra autorizzazioni, stop, e chi più ne ha più ne metta, è arrivata da Umberto Calamita dell’associazione Amici dell’Inviolata, di fronte alla “cecità” di chi decide si è impegnato, a nome degli ambientalisti, a proseguire la lotta sul piano legale e in piazza.
In commissione anche Claudio Zarro, che ha partecipato come comitato “no al Tmb”, anche se è consigliere comunale d’opposizione ex cinque stelle. “Le 190mila tonnellate di rifiuti che l’impianto può ricevere sono sproporzionate, Guidonia ha già dato tantissimo in termini ambientali”. E anticipa un ordine del giorno che presenterà al consiglio di Guidonia, con cui chiede all’amministrazione di far inserire l’Inviolata nelle zone ad alto rischio ambientale, in base a quanto previsto e disciplinato dalla legge regionale 13 del 2019. Uno strumento che – ha insistito Zarro in ogni modo – permetterebbe al Comune di Guidonia di non accendere mai quell’impianto. La palla è stata subito colta dal presidente Cacciatore, il consigliere oggi gruppo misto, è stato d’altronde il promotore della prima legge regionale nel Lazio interamente cinque stelle. In sostanza funziona così: il Comune (o la Città Metropolitana) avanza la proposta di dichiarazione di un’area a rischio ambientale. Se l’iter va a buon fine, deve partire un piano di risanamento, rendendo quindi incompatibile la presenza di impianti impattanti. Un grimaldello pensato per Rocca Cencia, Malagrotta, Colleferro e che Zarro vorrebbe per l’Inviolata. Il presidente Cacciatore passando la parola al sindaco Michel Barbet ha posto il quesito in maniera chiara e diretta. “Abbiamo dato incarico ai legali di verificare questa possibilità”, ha risposto il primo cittadino, senza contare che servono valutazioni tecniche a supporto come quelle di Arpa e Asl, lo ha ricordato la Regione. Tant’è che Barbet ha presentato un documento che riassume la posizione e le iniziative del Comune. In sostanza il ricorso al Tar contro la determinazione regionale, il ricorso contro il parere della presidenza del consiglio dei ministri e la richiesta di riesaminare l’autorizzazione rilasciata alla società, in base a quanto previsto dal codice per l’ambiente. Ma Barbet ha colto l’occasione per “sfatare alcuni miti” rispetto al disimpegno di cui è stato accusato, anche rispetto a quanto previsto dal bando per la raccolta dei rifiuti. Non esistono poi varianti urbanistiche “che potevamo fare per bloccare l’impianto”, per ribadire il concetto è intervenuto su questa linea anche l’assessore Antonio Correnti che ha sintetizzato, “le varianti non sono retroattive”.
Per il cinque stelle Novelli quando le posizioni sono così divergenti l’unica a poter intervenire è la politica. “Sono cresciuto politicamente combattendo contro la discarica e contro l’impianto Tmb e non posso, quindi, che continuare a sostenere l’attuale amministrazione comunale di Guidonia Montecelio che, da quando è in carica, ha messo in atto tutte le azioni politiche, amministrative e giudiziarie volte a scongiurare l’apertura dell’impianto. Un sostegno che sto portando anche con le associazioni del territorio con l’obiettivo di proseguire questo percorso per tentare definitivamente di mettere la parola fine a questa annosa vicenda”. L’asse Barbet – Novelli è cosa nota nel movimento è fuori.
La commissione, nella parte dedicata all’audizione sull’Inviolata, stava per terminare quando ha preso la parola la consigliera regionale della Lega Laura Cartaginese. Di Tivoli ma molto presente anche a Guidonia, Cartaginese si è scagliata contro l’amministrazione cinque stelle: “L’incompetenza grillina è evidente, sono le incongruenze di un movimento che ha fatto promesse in campagna elettorale che non sa mantenere. Sindaco dobbiamo vedere i fatti e gli atti, dica quale è il progetto, Roma sta cercando di fare arrivare i rifiuti dalle nostre parti. Il caro Eligio Rubeis ha avuto gli attributi di chiudere la discarica e ora il Tmb va bloccato”. Parapiglia e difesa da parte della Cartaginese del consigliere Zarro sminuito a dover partecipare come associazione invece che come consigliere. Nota a margine di un vicolo cieco.