Da otto anni teneva nel terrore l’intera famiglia. Violenze, minacce e aggressioni pur di ottenere i soldi utilizzati per comprare alcol, droga e psicofarmaci da cui è dipendente. A soli 24 anni. Una situazione talmente grave che nei giorni scorsi, al termine di articolate indagini, gli agenti del settore anticrimine del commissariato di Tivoli, diretto da Paola Di Corpo, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere a suo carico. Con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, estorsione e lesione personale. Il Gip del Tribunale di Tivoli Sabina Lencioni ha firmato la misura a seguito di ulteriori gravi episodi. Alla base del provvedimento “un sistema di vita familiare molto doloroso e avvilente instaurato dalla giovane per padre, madre e fratello, che rende da anni intollerabile e pericolosa la convivenza”.
Aggressione con mannaia a scopo di rapina
Gli ultimi atti delittuosi di cui la 24enne si è resa responsabile sono stati particolarmente allarmanti oltre ad essere chiara espressione della sua pericolosità sociale e di totale assenza di autocontrollo. In particolare nei mesi scorsi, in concorso con il compagno, ha aggredito un giovane a scopo di rapina ferendolo con una grossa mannaia mentre il mese successivo vittima della violenza è stato lo stesso compagno, aggredito con un vaso di coccio ed un coltello, che gli hanno procurato ferite al corpo e al volto. E’ lunga la lista di violenze di cui la donna è accusata, dai litigi con i pusher per i debiti di droga, alla pressante richiesta di denaro fatta al padre anche sul posto di lavoro, alle minacce di prostituirsi e di fare scenate in pubblico, ma soprattutto le aggressioni giornaliere alla madre e al fratello minore, malato, sempre per lo stesso scopo, unite alla continua sottrazione di oro e altri beni dalla casa di famiglia.
Portava sempre con sé coltelli
Particolarmente allarmante è inoltre l’abitudine della donna di portare con sé coltelli nascosti nella borsa tanto da generare paura nei familiari costretti a vivere in un clima di terrore. Tali condotte violente e sopraffattorie sono le motivazioni alla base dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che costituisce di fatto l’unica misura idonea a salvaguardare l’incolumità dei familiari, stremati dai continui maltrattamenti subiti nel corso degli anni.