Tempi duri per i civici che si sono ritrovati alle prese con la prima vera crisi di governo. Dopo le fibrillazioni legate alle feste non rispettate, vedi il carnevale senza carri, e gli attriti figli del confronto interno tra vecchio e nuovo, Giuseppe Proietti è dovuto correre immediatamente ai ripari consumando il primo rimpasto lampo della sua storia da sindaco. I proiettiano hanno riportato tutti al loro posto, si fa per dire, in un battito di ciglia, lasciando liti e sfuriate sotto traccia o quasi. A tradire il nervosismo ci ha pensato facebook, strumento che tanta fortuna portò in campagna elettorale e che qualche grattacapo l’ha già creato in tempi di idillio.
I carri, il post, l’addio di Napoleoni alla guida del consiglio e quello di Caucci
Ma veniamo ai fatti: venerdì scorso a portare le sue dimissioni al cospetto del primo cittadino è stato l’ormai ex assessore alle Attività Produttive Serafino Caucci. Che l’aria per l’imprenditore del travertino non fosse buona si sapeva ormai da tempo. Lui ufficialmente parla di “sopravvenute difficoltà nella gestione degli spazi e tempi tra la funzione pubblica e privata”, come bon ton politico vuole, ma in realtà i mal di pancia interni sulle modalità di gestione del settore da parte sua si sono sprecati. Il foglio resta sulla scrivania di Proietti quando lunedì arrivano quelle di Andrea Napoleoni, oggi ex presidente del consiglio comunale, riferimento politico di Caucci. Motivo? Un ritorno alle origini, ai banchi del consiglio comunale che ha frequentato per anni, ma all’atto pratico la goccia che ha fatto traboccare il caso parrebbe legata all’ormai celebre Carnevale senza pupazzoni, che tanto ha fatto arrabbiare cittadini, associazioni e chi più ne ha più ne metta. Un colpo gobbo, quello che ha fatto fuori lo storico comitato, rimasto a bocca asciutta dopo mesi di riunioni, di quelli che non si dimenticano, anzi si ricordano sui social network con un post firmato da Napoleoni stesso che lascia poco spazio all’immaginazione: “A Tivoli qualcuno pensa che i carri di Carnevale siano roba da antiquariato allora la soluzione è: chiamiamo un amico di qualche amico di Roma gli regaliamo in quattro e quattrotto un po’ di quattrini ed il gioco è fatto. È proprio vero… nemo propheta in patria!”. Era il 30 gennaio, due giorno dopo l’addio. Al posto suo in un riunione fiume la maggioranza partorisce l’alternativa, che si chiama Maria Rosaria Cecchetti, ex capogruppo del Pdl nella tormentata esperienza di governo firmata Sandro Gallotti, che fa parte della stessa lista di Napoleoni. Misurata e di lungo corso, almeno rispetto ai suoi colleghi, sarà la proposta che verrà presentata nel corso del primo consiglio comunale utile.
Il rimpasto lampo: in giunta Rondoni, in consiglio entra Barra. Via l’assessorato alle Attività Produttive
A cambiare geografia è pure la giunta che vede la scomparsa dell’assessorato alle Attività Produttive: a dare una mano ci penserà l’ennesimo consigliere del sindaco, Francesco Mancini, un passato nel governo Boratto e Vincenzi, un presente in quello Proietti. Un declassamento che sicuramente è degno di riflessione. Ma le novità non sono finite qui. Ad entrare nell’esecutivo è anche un eletto, Nello Rondoni, che nei fatti prende il posto di Ruggero Martines. Suo diventa il settore Urbanistica, all’Edilizia privata e al Patrimonio, mentre al professore universitario va un incarico nuovo di zecca, quello Piano Regolatore Generale della Città, che fa scopa, come sottolinea la nota del comune di mercoledì, con l’Ufficio speciale per il Nuovo piano regolatore, diretto da Giuseppe Petrocchi, dirigente balzato all’onore delle cronache locali per aver bloccato il pagamento di 600mila euro di fatture ad Asa spa. “Nella riunione di ieri sera ho comunicato le mie decisioni per la squadra di governo ai Consiglieri comunali di maggioranza e al Coordinatore politico della Coalizione dei movimenti civici che sostiene l’Amministrazione comunale, i quali hanno manifestato la piena condivisione delle scelte, ribadendo l’impegno forte ed unitario nel raggiungimento degli obiettivi programmatici”, ha commentato il sindaco margine dell’incontro di martedì. Chiaramente anche il parlamentino cambia, con l’ingresso del primo dei non eletti della lista “Insieme”, Francesco Barra al posto di Rondoni. Lista, legata mani e piedi allo stesso Proietti, che esce decisamente rafforzata dal manovrone di gennaio. Sarà un caso? Probabilmente no. Il gruppo variegato alla guida di Palazzo Matteotti ha mostrato troppe sbavature, più o meno grossolane, e il ricorso alla prova di forza alla fine è stato quasi necessario. La strada delle urne mica può essere così vicina.
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