E regolamento fu. Dopo il tormentato consiglio comunale di fine anno che ha visto il presidente dell’aula, Maria Rosaria Cecchetti, lasciare a metà la seduta per problemi formali e sostanziali, il documento che darà la possibilità a cittadini e imprese in difficoltà economiche di rateizzare le tasse comunali è arrivato a destinazione.
A votarlo il parlamentino riunito lunedì nel corso della prima seduta del 2017, durata fino a tarda serata. In soldoni Palazzo San Bernardino consentirà ai contribuenti che vivono un momento di instabilità sul fronte delle entrate e delle uscite, di mettere in ordine i conti in sospeso con il Comune, minimo 12 rate per i piccoli debiti, massimo 72, da 50 euro mese per i cittadini e 200 per le aziende. Chiaramente alla somma dovuta si aggiungono gli interessi che cambiano a seconda della durata del piano di ammortamento. Se per problemi ulteriori il piano di rientro dovesse essere saltare più di una volta il salvagente viene ritirato in barca.
Un’iniziativa sicuramente piena di buone intenzioni che però ha suscitato qualche perplessità, su tutti quella del consigliere Andrea Napoleoni, formalmente ancora in maggioranza ma in contrasto con gli ex compagni su diversi fronti: “Come capita oramai sempre più spesso si riescono a pasticciare anche le buone idee. Ovviamente consentire la rateazione del debito a chi versa in condizioni di difficoltà mi sembra doveroso ma il Regolamento approvato dal consiglio comunale presenta delle importanti criticità che ho segnalato durante il dibattito senza alcun ripensamento da parte della maggioranza – dice la nuova spina nel fianco del governo cittadino -. In sostanza, come detto nella premessa della delibera stessa, la rateazione (peraltro già consentita prima fino ad un massimo di 24 rate, quindi per i piccoli debitori il nuovo regolamento è penalizzante perché prevede un massimo di 12 rate) deve avere il carattere dell’eccezionalità e riguardare esclusivamente i contribuenti privati e le imprese in condizioni di difficoltà economica. In realtà non è così poiché, come emerso chiaramente dal dibattito, anche chi ha enormi disponibilità finanziarie, avrà diritto alla rateazione, mettendo così a rischio le previsioni di entrata dell’ente sulle somme accertate e, d’ora in poi, anche su quelle da accertare. In questo modo, quindi, si agevolano i furbi che non volendo pagare le imposte comunali, avranno anche la facoltà di dilazionarle e magari chiudere i battenti della società e lasciare così insoluto il debito verso il Comune”.
Anna Laura Consalvi
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