Tutti a lavoro per il dossier che potrebbe valere al comune di Tivoli il titolo, ambito, di Capitale Italiana della Cultura 2020. Carta e penna alla mano Palazzo San Bernardino tenta il colpaccio che porterebbe la Superba dritta in questo speciale olimpo. Una candidatura che arriva da parte di un’amministrazione comunale che ha fatto della cultura uno dei temi portanti della campagna elettorale prima e dell’attività di governo poi e che oggi culmina in questa corsa che vede la Città dell’Arte contendersi il titolo, unica nella regione Lazio, assieme ad altri 45 centri, sparsi in tutto il Bel Paese, dalla Campania alla Puglia passando per la Sicilia.
Una sfida a colpi di bellezze mozzafiato che vedrà le fontane della Villa d’Este contrapposte, tra gli atri, ai trulli di Alberobello e alla Reggia di Caserta. Il compito di selezionare le candidate spetterà ad una giuria di esperti che individuerà le 10 finaliste entro il 15 settembre 2017, mentre i risultati arriveranno per il 31 gennaio 2018. Una possibilità che vale molto in termini turistici e quindi economici e che potrebbe far uscire finalmente Tivoli da quel limbo da cui non riesce a divincolarsi, dove il patrimonio culturale da mille e una notte stenta a fare veramente da volano e dove il turismo mordi e fuggi continua ad essere purtroppo un problema non risolto.
Anna Laura Consalvi
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