E’ andata in scena venerdì 12 gennaio, nel corso della ‘Notte Nazionale del Liceo Classico’, a Tivoli, presso l’Amedeo di Savoia, “un’utopia”. In una scuola che è stata laboratorio culturale per decenni, in quella serata ha trovato realizzazione l’utopia della “vitalità dei giovani – dicono dall’istituto – stimolata ed educata dal confronto con i grandi temi dell’uomo, giunti a noi attraverso le mediazioni dei grandi del passato: greci, latini, umanisti, fino al tormentato Novecento, a confronto e in dialogo con le istituzioni scolastiche, gli enti locali, i poli museali, uniti, per una notte, dallo sforzo di vitalizzare un ambito territoriale e di lì, un’intera società inaridita e alla ricerca di contenuti”. Una passeggiata intellettuale tra i dibattiti si sono succeduti alle pièce teatrali poi poesia, musica, l’inno a Selene pseudo-omerico, recitato in greco, con i ritmi lenti e cadenzati dettati dal passato, tra scenografie colorate.
Dopo il saluto istituzionale, l’intervento del dirigente scolastico Nicola Armignacca si è concentrato sulla validità della traduzione in quanto “problema” e non semplice risoluzione di “esercizi”, nonché sull’attualità del messaggio dei classici antichi e sulla validità dell’offerta formativa dell’IIS Via Tiburto in cui confluiscono un liceo classico nel quale si studiano i classici antichi ed un liceo artistico dove lo studio dell’arte antica e di quella contemporanea si abbina all’utilizzo delle nuove tecnologia. Il dirigente tecnico Flora Beggiato ha lodato l’iniziativa e ha portato il saluto del direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per il Lazio, Gildo de Angelis. Il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, che ha sottolineato l’importanza delle sfide della gestione dell’eredità del passato remoto e prossimo. L’assessore alla cultura Urbano Barberini, dopo il suo intervento, ha donato al pubblico un monologo, tanto per toccare le corde più sensibili degli adolescenti, sui conflitti tra generazioni, sul parlare e sui silenzi, il tutto non senza quella sana ironia che si si usa tra intenditori che reciprocamente si stimano e si apprezzano. Sul senso di studiare latino e greco, la dottoressa Micaela Angle, responsabile del sito archeologico del Santuario di Ercole Vincitore, oggi, nell’era dei social, della intelligenza artificiale, dell’industria 4.0, è fondamentale maneggiare idee come, solo venti anni fa, si maneggiavano bit, per non finire stritolati. Lo studio del latino e del greco è una formula per educare la vitalità. Importante anche la presenza del direttore dell’istituto autonomo Andrea Bruciati: “L’istituto autonomo è il tassello per la costruzione della vostra identità. Il liceo deve essere fondamentale per la costruzione dell’individuo e il classico diventare proiezione per il domani. Voglio aggiungere che a fine maggio ci sarà al Santuario D’Ercole Vincitore la mostra sul mito di Niobe a cui ho voluto dare il nome “E dimmi che non vuoi morire”, tratto dal celebre brano di Patty Pravo, perché ritengo che il racconto archetipico dei Niobìdi debba essere avvicinato alla nostra sensibilità per ritornare attuale”. Alla fine della partecipatissima serata che ha registrato la presenza massiccia del territorio, il dirigente scolastico Nicola Armignacca ha ringraziato tutti i partecipanti, elogiato le capacità e l’impegno dei ragazzi, la professionalità e la dedizione dimostrata dai docenti dei due indirizzi –classico e artistico- vero patrimonio culturale del territorio tiburtino.
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