Scatta il ricorso contro l’ordinanza anti prostitute. La notizia non era passata inosservata già in prima battuta ma oggi c’è un motivo in più per tornare a parlarne. Si tratta dell’ordinanza anti prostitute con cui il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, ha deciso di mettere un freno, o almeno di provarci, al “fenomeno di compravendita esercitato su strada” fin troppo visibile soprattutto dalle parti di Villa Adriana, in particolare nel tratto di strada che si trova tra il casello dell’A24 e il Mausoleo dei Plautii.
Una decisione che aveva fatto discutere e diviso l’opinione pubblica, a tratti rivelatasi poco unanime sulla faccenda per i motivi più disparati, su tutti la multa di 500 euro comminata ai trasgressori. La questione oggi però si è addirittura complicata, grazie al ricorso al Tar promosso dall’associazione radicale “Certi diritti” contro l’azione messa in campo dal primo cittadino a tutela del pubblico decoro e contro lo sfruttamento.
Il gruppo, legato a doppia mandata al Partito Radicale, dal 2007 si muove come “centro di iniziativa politica nonviolenta, giuridica e di studio per la promozione e la tutela dei diritti civili, per la responsabilità e la libertà sessuale delle persone” ed è stato, nei dodici anni di attività sul campo, già molto attivo su temi diversi: dall’accesso alla pillola del giorno dopo all’applicazione della legga 164/82 che regola il cambio di nome e di genere per le persone transessuali. Il Comune però va dritto per la sua strada, come dimostra la delibera di giunta numero 1 dell’11 gennaio scorso con cui si dà mandato di resistere in giudizio senza se e senza ma.
Anna Laura Consalvi
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