Non è una stagione ottimale per le casse pubbliche e questa è una cosa abbastanza nota. Da una parte c’è il covid, dall’altra una cronica carenza di risorse e di capacità di attrarre soldi che è nota sicuramente ai più. Una situazione di cui si è parlato anche a Tivoli nella stessa proposta di deliberazione firmata dal dirigente del settore Finanze, Riccardo Rapalli, in cui si fa cenno alla questione legata alla Acque Albule spa e in particolare alle sorti delle quote azionarie in mano al socio di minoranza Bartolomeo Terranova.
La storia è presto raccontata: il Ragioniere ha avuto la meglio nella battaglia legale – l’ennesima – con cui in questo caso ha chiesto di poter utilizzare la clausola presente nei patti parasociali, che prevede la possibilità di restituire al Comune di Tivoli quanto acquistato negli anni 2000. Secondo il giudice la cosa si può fare e ora per il municipio cittadino si aprono più strade, una delle quali prevede un esborso di oltre 11 milioni di euro per riprendersi tutte le azioni. Una opzione che, stando a quanto messo nero su bianco dallo stesso Rapalli a pagina 35 della sua relazione, causerebbe una “una criticità rilevante per la salvaguardia degli equilibri di bilancio. L’ente, nelle more di un’eventuale transazione, ha intrapreso altre soluzioni per far fronte ai dettami della citata sentenza; le conseguenze e gli effetti di tale sentenza nel caso di mancata soluzione comporteranno l’ente con ogni probabilità a dichiarare il dissesto finanziario”.
Insomma il futuro potrebbe tingersi di nero, cosa che sottolinea anche l’opposizione: “Il dissesto politico dell’amministrazione comunale tiburtina è da tempo sotto gli occhi di tutti. – Afferma Alessandra Fidanza, capogruppo di Tivoli Partecipa – Mercoledì prossimo si discuterà in aula la delibera di assestamento di bilancio e sarà palese una situazione propedeutica al dissesto, anche, finanziario.”
“Il 30 aprile scorso, quando fu approvato il bilancio dai consiglieri di maggioranza, gli equilibri di bilancio erano stati garantiti solo sulla carta. – Ricorda Nello De Santis, consigliere di Tivoli Partecipa – Il pareggio di bilancio era stato raggiunto inserendo entrate di difficile, o impossibile, realizzabilità. Facciamo riferimento al recupero imu degli anni precedenti, all’uso di entrate di parte capitale per spese correnti, alla previsione di alienazione di immobili che difficilmente qualcuno comprerà. Il bilancio è quindi già fragile e gli equilibri sono precari perché certificati solo sulla carta”.
“È necessaria un’operazione verità: il consiglio comunale e la città devono avere tutti i dati e gli elementi per monitorare lo stato di attuazione dei programmi, a partire dalla questione della sentenza sulle terme. Il dissesto finanziario lo paghiamo tutti, non solo il sindaco e la maggioranza che ne sono responsabili”, conclude Fidanza.
Sulla stessa linea anche Polis: “Questa è un’Amministrazione che non riesce nemmeno ad incassare i Fitti Attivi delle Locazioni Immobiliari come dimostrato dagli atti. La pandemia ha semplicemente amplificato una crisi finanziaria già esistente e strutturalmente consolidata nel corso degli anni, quelli della Gestione Proietti”.