Potrebbe sembrare un tecnicismo su cui soffermarsi quel tanto che basta per poi passare ad altro, ma andando a leggere tra le righe non è proprio così. Parliamo della nota con cui l’Anac, l’Autorità nazionale per l’anticorruzione, ha risposto ad un quesito formulato dalla Acque Albule spa, la società appartenente al comune di Tivoli per il 60% delle azioni, in relazione all’assoggettabilità o meno dell’azienda alla disciplina anticorruzione. A prendere in mano carta e penna è stato il responsabile della trasparenza e della prevenzione alla corruzione fresco di nomina, Francesco Mannu, che ha ottenuto l’incarico lo scorso 10 dicembre 2015 senza compenso, e che si è rivolto all’Anac per fare luce sulla vicenda.
La risposta dell’Anac – Nella missiva con cui Raffaele Cantone risponde alla società per azioni che gestisce le Terme di Roma, però non ci sono dubbi: nonostante il ruolo dell’amministratore delegato sia nelle mani del socio privato, Bartolomeo Terranova, tre quarti del consiglio di amministrazione e la quota maggioritaria del pacchetto azionario è del Comune, dunque la Acque Albule spa può “facilmente farsi rientrare tra le società in controllo pubblico”. Morale della favola per l’azienda valgono le Linee guida determinate dall’Autorità nel giugno del 2015, dove si chiedono molte cose tra cui la creazione sul proprio sito web di una sezione “Società trasparente” in cui pubblicare dati ed informazioni ai sensi del Decreto legislativo 33 del 2013, faccenda che si è materializzata, e si precisano alcuni obblighi di pubblicazione. In particolar modo si sottolinea che “laddove una società controllata non svolga invece attività di pubblico interesse, è comunque tenuta a pubblicare i dati relativi alla propria organizzazione e a rispettare gli obblighi di pubblicazione che possono eventualmente discendere dalla normativa di settore, ad esempio in materia di appalti o di selezione del personale”.
Il caso Napoleoni – Una novità sotto un certo punto di vista, alla luce della quale sarebbe opportuno riprendere anche la querelle sollevata dal consigliere comunale Andrea Napoleoni qualche settimana fa, quando ha presentato in aula un’interrogazione sul diniego di rilascio della copia dei verbali del cda delle Acque Albule da parte del presidente del consiglio di amministrazione, Giovanni Mantovani il mese scorso, quando l’Anac, va detto, aveva già dato il parere di cui sopra. Magari i verbali possono non essere previsti dalla normativa, ma in virtù del controllo pubblico in cui la spa rientra non sarebbe stato opportuno consentire ad un eletto di accedere agli atti? Magari.
alc
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