La bella stagione riapre le porte delle terme tiburtine, che tra una sponsorizzazione, quella di Along came jazz ad esempio, e l’altra, si ritrova di nuovo alle prese con avvocati e tribunali insieme al comune di Tivoli. Il vizio, anzi la consuetudine, di trascinare Palazzo San Bernardino di fronte ai giudici dei tribunali più disparati non è infatti passata mai di moda, nonostante oggi la guida dell’azienda che gestisce le attività legate all’acqua sulfurea – e non solo – sia saldamente nelle mani dell’attuale amministrazione civica, che ha scelto come nocchiere Giovanni Mantovani. Detto questo non deve stupire più di tanto se per regolare i rapporti tra la res publica e il socio privato, la Sirio Hotel srl, che guida quella piccola galassia chiamata pacchetto di minoranza, in numeri il 40% delle azioni della Acque Albule spa, chiami in causa fior di legali per tutelare i propri interessi. Succede così che stavolta ad essere richiesti siano oltre 600 mila euro, ovvero le spese sostenute dalla società a responsabilità limitata del ragionier Bartolomeo Terranova per due temi caldi: la presunta violazione dei patti parasociali, quelli che regolano i rapporti tra pubblico e privato per capirci, da parte del Municipio cittadino, e la valutazione delle azioni in possesso ai fini dell’esercizio dell’opzione put. Si tratta di una sorta di piano B che dava la possibilità alla Sirio Hotel srl di farsi ricomprare dal Comune quello che aveva comprato. Chiaramente il lodo arbitrale chiamato a valutare chi ha ragione e quanto vale ha un valore che si chiede venga risarcito con i soldi provenienti dalle casse pubbliche, una proposta che il Municipio contesta. Vediamo questa volta chi la spunta.
Anna Laura Consalvi
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