Non ci gira intorno il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti che perde il proverbiale approccio british per attaccare con forza i consiglieri di opposizione, rei di aver fatto saltare oggi la seduta di bilancio per quella che definisce una “disattenzione formale”. Ma facciamo un passo indietro: questa mattina l’aula si doveva riunire per votare il consuntivo 2019 nell’ultimo giorno utile previsto dalla legge. Una modalità niente affatto sconosciuta dal punto di vista temporale, l’amore per il filo di lana in queste circostanze è diffuso e legato a più di una variabile, ma il destino cinico e baro ci ha messo lo zampino: gli atti ai consiglieri, come legge prevede e pretende per mille e un motivo, non sono arrivati a destinazione e chi siede dall’altra parte della barricata non solo ci ha fatto caso ma ha chiesto e ottenuto un rinvio. Una decisione che poco è piaciuta alla maggioranza dove una scatenata Federica Unisoni, in un durissimo intervento, non solo ha dato notizia dello slittamento del voto ma ha denunciato a chiare note una gestione per così dire “allegra” delle sedute di commissione. Niente nomi per carità, ma la faccenda è sicuramente pesante visto che si parla di consiglieri intenti a fare la spesa mentre nella seduta si parlava dei conti della città e dei soldi dei contribuenti. Un atto di accusa su cui lo stesso Proietti, invitato a commentate dal nostro giornale, è stato chiaro: “Non sono a conoscenza dei fatti richiesti dalla testata Dentro Magazine, ma conosco lo scrupolo e la serietà con cui, anche come legale, lavora la consigliera Unisoni, presidente della commissione Bilancio”. Insomma se l’avvocato Unisoni lo dice non mente. Ma c’è di più. Il sindaco deve avere mal digerito lo sgambetto dei dirimpettai tanto da lasciarsi andare attraverso un comunicato stampa ad uno sfogo tanto amaro quanto duro: “Un gesto di ostruzionismo di basso livello ai danni degli interessi di tutti i cittadini tiburtini, che comporterà un ritardo di sette giorni sull’approvazione del Bilancio consuntivo del Comune”, un gesto che ha due autori, il Pd e la Lega “che hanno determinato con il proprio atteggiamento il rinvio della seduta”. alc
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