È finita con una sentenza del Tribunale di Tivoli di venerdì scorso la vicenda giudiziaria che ha visto protagonista Patrizio Cesaretti, operaio dell’Asa spa, la municipalizzata che si occupa del servizio di raccolta dell’immondizia in città, licenziato insieme ad altri due colleghi nell’ottobre del 2014. Una vicenda che sortì parecchie polemiche, viste le condizioni fisiche di Cesaretti, che a causa di due interventi cardiaci aveva avuto il riconoscimento di inidoneità parziale al lavoro. Il suo allontanamento dall’azienda però, secondo il giudice che si espresso sulla vertenza portata avanti dalla Fp Cgil Rieti Roma Est lo scorso venerdì, è illegittimo, pertanto non solo l’uomo dovrà essere reintegrato nell’organigramma della società per azioni ma gli spetta anche un risarcimento danni di 20mila euro, pari agli stipendi non percepiti nell’ultimo periodo a cui vanno aggiunte le spese processuali. «La Fp Cgil ha sempre sostenuto l’illegittimità dei licenziamenti, organizzando assemblee e un i presidio di protesta come quello avvenuto il 21 novembre sotto il comune di Tivoli – fanno sapere dal sindacato -. In quel giorno la Cgil insieme ad una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dalla segreteria del Sindaco chiedendo senza ottenere risultato di intercedere con Asa Spa al fine di far ritirare i licenziamenti. Non avendo concluso con esito positivo i relativi incontri, Patrizio Cesaretti ha dato mandato alla Cgil di impugnare il licenziamento», continuano, sottolineando il fatto che, sempre secondo il Tribunale, l’azienda avrebbe potuto evitare il licenziamento e il relativo danno economico, che ricade nei fatti sulle tasche dei contribuenti. «La domanda adesso è questa: l’amministratore unico poteva evitare il licenziamento ed il relativo danno economico a cui la società Asa Spa è stata condannata? -. Continua la Cgil – L’ordinanza del Tribunale di Tivoli dice di sì: il lavoratore poteva essere ricollocato ad altre funzioni».
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