“Il Piano strade” vince – in aula – ma non convince. L’operazione salva-buche messa in piedi dall’amministrazione Proietti e votata dopo un lungo tira e molla in aula lunedì sera, non ha raccolto il plauso dell’intero parlamentino di Tivoli. A turbare gli animi di chi non si trova a dare il proprio sostegno al governo in carica, è senza dubbio la mole di soldi da dare in cambio di quel paradiso chiamato asfalto senza crepe. Sì perché per ottenere il miracolo tiburtino di non dover girare in città giocando a “salta la buca”, qualcosa in cambio è stato dato. Delibera alla mano per mettere in pratica il lavoro che riguarderà 85 strade cittadine ci vogliono 2,5 milioni di euro che al momento non ci sono. Morale della favola, come nelle migliori famiglie, si richiede un sacrificio nel sacrificio, ovvero di pagare quello che già dovrebbe essere coperto dalle tasse locali in quanto manutenzione ordinaria chiedendo un mutuo che sarà ripianato in comode rate quindicennali. Una storia non proprio breve insomma, i cui risvolti, seppur in parte positivi, andranno a pesare direttamente sulle casse della collettività.
La delibera infiamma l’aula, Forza Italia e il Pd chiedono il ritiro: “Non è legittima”
A sottolineare il dubbio sulla bontà dell’affare ormai fatto, sono stati sia consiglieri di opposizione presenti in aula, sia la politica fuori dal consiglio comunale. A chiedere il ritiro dell’atto, finito in aula nel tardo pomeriggio e rimasto incagliato tra riunioni dei capigruppo e interventi del primo cittadino, la consigliera di Forza Italia, Laura Cartaginese, insieme alla collega dem Manuela Chioccia. Casus belli l’affidamento della gestione della gara milionaria direttamente ad Invitalia senza avere il placet dell’assemblea dei sindaci che gestisce la Centrale Unica di Committenza, l’amministrazione aggiudicatrice che “acquista forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti aggiudicatori, o aggiudica appalti pubblici o conclude accordi quadro di lavori, forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti aggiudicatori”. Un passaggio che renderebbe l’atto impugnabile, secondo i consiglieri di minoranza. “La stessa segretaria generale ha richiamato l’articolo del regolamento della Centrale Unica di Committenza da cui si evince chiaramente che in caso siano necessarie “soluzioni indipendenti avanzate dai singoli Enti”, la Centrale stessa deve proporre un atto di indirizzo, che invece in delibera non c’è – dice Cartaginese -. Ho chiesto di ritirarla e di tornare in aula con un atto definito in ogni sua parte, visto che l’emendamento proposto dalla maggioranza per salvare capra e cavoli aveva bisogno di maggior tempo per essere analizzato da tutti. Si tratta sempre dei soldi dei cittadini di Tivoli, agire in fretta e furia quando per quattro anni non si è fatto nulla rischia di essere pericolosamente controproducente”. “Siamo di fronte a un’operazione,che i tiburtini pagheranno con tasse e tributi per più di 10 anni per estinguere il mutuo acquisito, senza risolvere il problema del disastro delle strade cittadine. Considerato che nulla è stato fatto in questi 4 anni, con gravissime ripercussioni sui cittadini e le attività produttive, credo che questo sia l’inizio della campagna elettorale del sindaco visto che i lavori inizieranno qualche mese prima delle elezioni amministrative del 2019”, dice Alessandro Fontana, Pd, che di si dice pronto a un confronto pubblico sul tema.
Dal “Blitz che sa di bidone” alla paura pre elettorale
Pesante anche il giudizio politico dell’ ex proiettiano, Andrea Napoleoni, che lancia anche lui la sfida agli ex compagni di avventura. “Non ho mai sopportato la furbizia, men che meno quella dei politici a spese dei contribuenti. La cosa più grave, a mio avviso è che la Giunta Proietti fino alla fine del suo mandato, si farà carico soltanto di pagare il 9% dell’intero ammontare delle spese a copertura del bando, il restante 91% lo pagheranno le prossime amministrazioni comunali. Ho avuto il sospetto che si trattasse di un “bidone” ai danni dei cittadini quando la maggioranza, dopo oltre due anni di gestazione, ha deciso con un blitz di portare l’atto in Consiglio comunale, consegnando la documentazione ufficiale (circa 600 pagine) 5 giorni prima del voto”. Sull’incapacità punta il dito anche Alleanza per Tivoli: “Il Sindaco e i suoi hanno ridotto le strade ad un colabrodo, ora temendo le elezioni cercando di rattopparle prendendo un mutuo. Poveri tiburtini, da 4 anni stanno pagando i gommisti per i prossimi 15 pagheranno i buffi lasciati alla città”.
Anna Laura Consalvi
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