La sede Inps di Tivoli rischia di perdere servizi a danno di un bacino di utenti che conta 200mila abitanti e 39 Comuni, sull’onda della protesta del sindacato Usb e dei lavoratori, il caso approda in parlamento con una interrogazione a Luigi Di Maio. C’è stato un giorno di stop dal lavoro e l’assemblea organizzata dalla Usb che ha sollevato un polverone intorno alla decizione del presidente dell’istituto Tito Boeri di declassare l’Inps di Tivoli da agenzia complessa a agenzia territoriale. Un’assemblea partecipata – il 6 novembre alle Scuderie Estensi – con il sindaco Giuseppe Proietti e diverse personalità politiche. “I lavoratori dell’Agenzia Inps di Tivoli – spiegano dal sindacato – hanno espresso la rabbia nel sentirsi abbandonati e traditi dai vertici dell’istituto e dalla direzione di coordinamento metropolitano di Roma, rimasti completamente insensibili alla continua richiesta d’incremento di personale. Addirittura dal primo novembre l’Agenzia è senza governo e in queste condizioni i lavoratori non potranno assicurare nei prossimi giorni il corretto e pieno funzionamento dell’attività d’informazione agli utenti”.
La reazione della politica. La questione finirà sul tavolo di Di Maio, è il senatore del Pd Bruno Astorre ad annunciare una interrogazione per il ministro del lavoro. “Il declassamento della sede Inps di Tivoli da Agenzia complessa ad Agenzia territoriale comporterà una ridefinizione delle prestazioni erogate ed avrà inevitabili ricadute sui servizi offerti ai cittadini e sui livelli occupazionali. Una scelta grave per tutta l’area metropolitana e per il territorio della Valle dell’Aniene, che va scongiurata a tutti i costi. Ai lavoratori in protesta – dice Astorre – va la mia vicinanza e solidarietà. Presenterò un’interrogazione al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, per conoscere le motivazioni alla base della determinazione del presidente dell’Inps, Tito Boeri, e per mettere in atto le misure necessarie a salvaguardare i livelli occupazionali dell’agenzia di Tivoli nonché gli standard dei servizi erogati al cittadino”. Anche a Guidonia Montecelio si alzano voci di dissenso, a cominciare dal consigliere comunale Emanuele Di Silvio del piddì che parla di “scelta priva di logica”. La terza città del Lazio d’altronde nel 2013 ha visto la chiusura della sede. “Oltre 200.000 cittadini di Guidonia, Tivoli e dei paesi limitrofi, per usufruire dei servizi che l’Inps mette a disposizione, saranno costretti a rivolgersi agli uffici di Roma. Auspico una convergenza di tutte le forze politiche, soprattutto quelle che oggi governano la città e il Paese, e che hanno una responsabilità maggiore, per fermare questa scriteriata scelta”.
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