Arriva lo stop a un’altra cava, la seconda in un mese, e altre sarebbero sulla stessa barca, questione di giorni. Un’ulteriore azienda è stata colpita dai provvedimenti dell’amministrazione cinque stelle di Guidonia Montecelio che ha già sancito il blocco dell’attività per un’impresa dopo la revoca di agosto. Si moltiplicano le tensioni e la mobilitazione non è finita. Sciopero generale e manifestazione dei lavoratori organizzata dai sindacati, domani mercoledì 12 settembre, per le strade del centro.
Il nuovo atto che genera altre forti fibrillazioni nel settore, è un diniego alla seconda proroga che comporta di fatto il fermo dell’escavazione con le conseguenze occupazionali immaginabili. L’atto è stato firmato dalla dirigente Paola Piseddu il 5 settembre, il giorno precedente il consiglio comunale fiume che ha visto la maggioranza bocciare le proposte di sospensione della revoca avanzate nero su bianco dall’opposizione. Proprio dal 6 settembre, la dirigente non è più momentaneamente in servizio, e in base a quanto si apprende, avrebbe firmato altri atti della stessa stregua che starebbero per giungere alle aziende, tanto che l’orizzonte è il blocco dell’intero comparto industriale. Un esito verosimile, considerando che come spiegato più volte, sono undici le aziende sulle quali pesavano i pre-dinieghi, gli avvisi – per intenderci – ai quali adesso stanno seguendo gli atti conclusivi veri e propri che condannano le attività. Nel Palazzo, dal punto di vista dirigenziale, il piatto rovente è passato per adesso, cioè fino al rientro della Piseddu, all’ingegnere Marco Simoncini, che sarà però in servizio a Guidonia fino a venerdì, avendo un trasferimento organizzato da tempo e sancito dalle carte.
E’ un caos vero e proprio. Le fibrillazioni di piazza, la protesta, gli interventi concreti non hanno smosso di una virgola i cinque stelle, duri nel voler portare a termine quanto promesso nel programma elettorale cioè la chiusura delle cave. I malpancismi interni ci sono, i consiglieri come Laura Spinella e Claudio Zarro, che ha pianto in aula quando parlava il sindacalista Claudio Coltella, citandone due ma non sono gli unici, sono in forte difficoltà a difendere la linea della maggioranza a trazione oltranzista. Eppure nemmeno una crepa traspare nelle decisioni finali, anzi la vita di tutti i giorni nel Palazzo sembra proseguire più o meno come sempre tra le commissioni e le riunioni a porte chiuse. E la dirigente a vedere gli atti oggi, è andata avanti come un treno nonostante tutte le contestazioni tecniche avanzate e la tensione sociale.
Gli operai tornano in strada, è sciopero generale domani mercoledì 12 settembre: i lavoratori delle cave “in lotta per difendere il posto di lavoro e l’ambiente”. Appuntamento alle 9 all’altezza della Triade, il serpentone quindi arriverà in centro fino alla piazza del Comune. “Manifestiamo contro la decisione del Comune – spiegano Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – che provoca la drammatica conseguenza di 2.000 posti di lavoro e l’abbandono del territorio. Chiediamo al Comune di sospendere le proprie decisioni e aprire un immediato tavolo di confronto per regolamentare e rinnovare il sistema di estrazione e lavorazione del travertino, incentivare la filiera in loco e bonificare le cave dismesse”. Appuntamento in strada, si marcia per il diritto al lavoro.
Gea Petrini
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