Un monologo iniziale e poi il medley con i suoi successi (alcuni), per Tiziano Ferro che ha salutato così il teatro Ariston di Sanremo dopo cinque giorni di apparizioni come ospite fisso. Non me lo so spiegare, Ed ero contentissimo e Per dirti ciao, i pezzi che hanno fatto cantare il teatro. Grande emozione, che non l’ha abbandonato per l’intera esperienza sanremese, Tiziano Ferro ha chiuso dicendo “grazie” e salutando la platea che era scattata in piedi per omaggiarlo con un applauso.
Ecco il monologo iniziale
“Fra due settimane compio 40 anni. Per la prima volta ho sognato Dio e ho scoperto che non voglio essere una persona che fa del male. A 40 anni ho scoperto che non bisogna sottrarsi mai dall’amore da padre e dalla madre. L’amore è un lavoro lento e faticoso, basta ascoltare. A 40 anni nessuno può vedere quanto è bello l’amore, se non condividi con chi ti sta intorno quanto è bello il sorriso di chi è innamorato. A 40 anni guardo il mondo con le mie cicatrici e curo quelle future, subire non è una disgrazia è una scelta. Nessuno dovrebbe mai soffrire o morire, perché la felicità non è un privilegio, ma un diritto. A 40 anni non devo dire da che parte sto, la mia storia si scrive da sola: innamorato di tutte le persone, dalla parte dei deboli. Dio non commette errori, non sono sbagliato, nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema, ormai ho 40 anni”.
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