Definisce i loro come tentativi di “azzeccagarbugli” pronti a boicottare il progetto di risanamento ambientale promosso dalla compagine di governo che guida da più di 6 anni. Tira fuori gli artigli il sindaco Giuseppe Proietti nella guerra all’ultimo sacco dell’immondizia che lo vede protagonista in queste settimane e si scaglia con parole di fuoco contro il piddì tiburtino. Lui, l’ex Direttore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha preso di nuovo in mano carta e penna lunedì per spiegare meglio al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, quello di cui ha bisogno, ovvero 5 milioni di euro per ripulire la bomba ecologica Stacchini dalla mondezza che la soffoca da anni. Al centro del dibattito non ci sono solo i soldi (tanti) ma la proposta di consiglio con cui il primo cittadino intendeva mettere la parola fine alla telenovela partita anni fa e non ancora arrivata all’ultima puntata. A bloccare l’iter – almeno per il momento – è stata il ventilato responso negativo arrivato direttamente dal consiglio regionale del Lazio, dove le carte sono arrivate per mano dell’associazione Ambiente Trasparente onlus che ha trovato nel capogruppo del Pd, Marco Vincenzi, il suo alfiere. Una provocazione, se così la possiamo chiamare, che non è affatto piaciuta a Proietti che venerdì scorso ha preso il calamaio d’ordinanza e ha deciso di mettere un freno alla voce di popolo che lo voleva contrario ad un intervento delle casse regionale per sistemare l’inguacchio, intervento che metterebbe anche uno stop al progetto di realizzazione del Polo logistico oggi sulla rampa di lancio.
L’atteggiamento dei dem, da Vincenzi ai colleghi tiburtini, Manuela Chioccia e Alessandro Fontana non gli è mai andato giù e in una nota stampa diffusa l’ha ribadito senza girarci intorno: “Con questa lettera l’amministrazione comunale chiarisce con forza le sue posizioni: si tratta di fare delle scelte politiche importanti e non di nascondersi dietro i tentativi delle pregiudiziali degli “azzeccagarbugli”, presentate in aula dal Pd venerdì scorso con l’intento di far ritirare la proposta di realizzazione del polo logistico e, quindi, di risanamento ambientale, di bonifica dai rifiuti e di creazione di posti di lavoro e riqualificazione ambientale. La Regione, se c’è – e speriamo che ci sia – deve assumersi le sue responsabilità insieme al Comune”. Intanto nella querelle interna al centro sinistra spunta anche la voce di “Una Nuova Storia”: “È ora che finisca il rimpallo di colpe e le polemiche e si agisca, facendo quello che abbiamo chiesto fin da quando eravamo in maggioranza nella passata amministrazione: il Sindaco, dopo più di sei anni in cui non lo ha voluto fare, deve recarsi di persona in Regione per impegnarla, per conto di tutta la città, su una questione su cui è apparsa finora un po’ troppo distratta e assente, nonostante abbia scelto di realizzare in zona uno dei più grandi poli ospedalieri del Lazio. Sappiamo bene che il Comune di Tivoli da solo non ha la forza per farcela da solo. Siamo però certi che abbia la voce e il dovere di consultare la Regione per individuare insieme gli strumenti e le risorse per procedere alla bonifica e, volendo, anche acquisire la disponibilità dell’area”. Il Pd di Tivoli invece batterà un colpo? Restiamo ad aspettare.