Non ci sarà nessun processo per il poliziotto che, durante una rapina, il 12 giugno del 2017, a Collefiorito, intervenne con la pistola di ordinanza colpendo e uccidendo i due ragazzi che avevano appena bloccato e picchiato un imprenditore per farsi consegnare l’incasso di 9000 euro pronto per essere versato nella vicina banca. Il gip del tribunale di Tivoli ha accolto la richiesta di archiviazione del caso sollecitata dalla procura, a cui si erano opposti i familiari delle vittime, poco più che ventenni.
Ipotesi di reato sulla cui sussistenza si è pronunciato il giudice per le indagini preliminari: duplice omicidio colposo per eccesso di uso legittimo delle armi. Le conclusioni: “E’ stato costretto a porre in essere la condotta risultata letale dalla necessità di evitare un pericolo imminente per la propria vita, rappresentato dalla circostanza che i due ragazzi gli avevano puntato contro le loro pistole, del tutto simili a quelle vere”.
Secondo la ricostruzione accolta – sulla base di riscontri balistici, consulenze medicolegali e testimonianze – il poliziotto, in quel momento fuori servizio intervenne dopo aver visto i due ragazzi, coperti da passamontagna e con pistole, in azione. Il giudice dà rilievo ad una serie di circostanze: che il poliziotto abbia intimato di fermarsi, che avesse un distintivo della polizia ben visibile e che i colpi mortali furono esplosi quando i due in fuga si rigirarono puntando le loro armi, quindi temendo per la propria vita. E non ha inciso il fatto che le pistole fossero repliche: “La circostanza poi che tali pistole si siano rivelate delle semiautomatiche a salve integra una ipotesi di errore inevitabile poiché erano prive di tappo rosso e del tutto simili a pistole vere, e dunque non aveva elementi per ritenere che si trattatava di armi inidonee a porre in pericolo la propria o altrui incolumità”. RedCro
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