Divisi in donne, uomini e bambini, messi sui pullman che da oggi alla fine del mese trasferiranno 300 rifugiati del Cara di Castelnuovo di Porto in altre regioni. Per alcuni poi destino ignoto, visto che non scatta il secondo livello di accoglienza. Nel centro per richiedenti asilo sulla Tiberina, il secondo più grande d’Italia, visitato dal Papa, destinato alla chiusura un mese dopo la conversione in legge del decreto sicurezza, c’è l’aria dell’allarme sociale.
Marcia silenziosa e solidale dell’Italia per l’accoglienza a Castelnuovo di Porto, oggi pomeriggio, dove si scende in strada per dimostrare vicinanza ai rifugiati “deportati”, il termine lo utilizza Adesso Pascucci sindaco di Cerveteri.
“Restiamo umani” è lo slogan tra dimostrazioni di solidarietà e indignazione di una parte della politica che parla di deportazioni. La stessa amministrazione di Castelnuovo che ha dovuto affrontare la situazione senza preavviso, ha parlato delle conseguenze: “Saranno spazzati via non solo anni di impegno e buon lavoro per un’accoglienza fatta di progetti e inserimento ma anche 107 posti di lavoro dei dipendenti del gestore del centro”. Il Comune lancia un messaggio chiaro: “Per i ragazzi del Cara, Castelnuovo ci sarà anche da martedì quando inizieranno le espulsioni: gli alunni delle scuole, i compagni di calcio, le associazioni del territorio saranno presenti per salutare i loro amici in questo momento drammatico della loro vita”.
“I primi effetti del decreto sicurezza spazzano via questa nostra positiva esperienza senza neanche la possibilità di trasformarla in un’operazione migloirativa di integrazione e inclusione che portasse als uperamento dovuto del sistema Cara attraverso l’accoglienza diffusa del sistema Sprar. Tra poche ore decine di persone si troveranno a girovagare per le strade della provincia a due passi da Roma, in pieno inverno. Questa non è sicurezza. I bambini e gli adulti verranno confinati senza aver consentito loro nemmeno di salutare i compagni di classe”
Maugliani del Pd: emergenza sociale
“Con il processo di chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto, che da questa mattina e fino al 31 gennaio porterà a smantellare un’importantissima esperienza di integrazione e accoglienza costruita anno dopo anno in provincia di Roma, si preannuncia una vera e propria emergenza sociale, umanitaria e perfino sanitaria”.
Il segretario del Pd provincia di Roma, Rocco Maugliani descrive il clima pesante che si vive a Catelnuovo: “Gia’ alcune persone sono state letteralmente gettate per strada questa mattina, mentre parte dei migranti richiedenti asilo saranno trasferiti in altre strutture fuori dal Lazio. Ci saranno tantissimi bambini che saranno sradicati dal contesto in cui sono cresciuti finora, e piu’ di 100 professionalità che resteranno senza lavoro. Ho espresso al sindaco e alla comunità locale la vicinanza mia e della federazione provinciale del Pd per una situazione che da qui a fine mese potrebbe diventare esplosiva. Causata da un approccio ideologico al tema immigrazione che non garantisce affatto sicurezza ma genera nuovi problemi scaricandoli sull’intera cittadinanza”.
Astorre: sarò alla marcia
“I bambini dovranno interrompere gli studi, chi aveva trovato lavoro dovrà lasciarlo e tutti i progetti di integrazione verranno interrotti – commenta il senatore del Pd Bruno Astorre – Nel gruppo, ci sono donne che sono state vittime di ogni sorta di abuso e di violenza e molte hanno anche con sé i loro bimbi piccoli. Per queste persone sarà difficile anche continuare a difendersi, perché l’avvocato è di nomina regionale e cambiando Regione la situazione si complica notevolmente. Si sta organizzando per oggi una marcia silenziosa che partirà alle 17 dalla Chiesa di Santa Lucia. Io parteciperò per dare il mio sostegno a chi questi anni ha lavorato per una vera integrazione e per dare dire chiaramente che la dignità umana non può essere calpestata”. geape.
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