Al termine di una articolata attività di indagine, un “pool” coordinato dal Gruppo reati contro il patrimonio dalla procura di Roma, composto da poliziotti e carabinieri, stamattina ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere a carico di cinque persone, smantellando una pericolosa associazione a delinquere finalizzata al compimento di numerose rapine.
I provvedimenti sono scaturiti dalla spettacolare operazione effettuata il 7 novembre 2017 quando, dopo un pedinamento iniziato la mattina precedente, carabinieri e polizia hanno sventato un colpo in banca a Villa Adriana arrestando in flagranza O. F., di 50 anni, M. M. e O.C. entrambi di 46 anni, tutti romani con precedenti per reati contro il patrimonio, e ancora P. G., 41enne incensurato romano, e C.S. di 46 anni con precedenti per stupefacenti.
Le fasi del colpo sventato. Tutti e cinque braccati mentre entravano in azione, con il volto travisato da parrucche, occhiali e cappelli, armati di pistole e coltelli. Ciascuno con un proprio ruolo ben definito: chi garantiva la “copertura di fuoco” all’esterno, chi era pronto ad allertare i complici ascoltando le comunicazioni radio delle forze dell’ordine captando le loro frequenze, ed altri pronti al blitz per mettere a segno il “colpo”, con tanto di fascette stringi-cavo e coltelli da utilizzare per minacciare ed immobilizzare clienti e dipendenti dell’istituto di credito. E ancora due complici, anch’essi travisati e posizionati all’esterno della banca con il ruolo di “pali” a bordo di un’autovettura rubata, avendo assistito alla scena, nel tentativo di guadagnare repentinamente la fuga, hanno investito un carabiniere che provava ad arrestarne la marcia. La corsa dei malviventi è stata interrotta poco più avanti da due equipaggi della polizia che, posizionati a breve distanza dalla banca, sebbene avessero intimato l’alt all’autovettura che procedeva ad elevata velocità, sono riusciti a sbarrare la strada frapponendo i loro mezzi, esplodendo alcuni colpi a scopo intimidatorio.
Unico team di investigatori. Sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Lucia Lotti del Gruppo reati contro il patrimonio, attraverso la creazione di un unico “team” di investigatori, sono stati riuniti vari procedimenti facendo confluire tutte le rapine in un’unica grande indagine, consentendo quindi di raccogliere i numerosi elementi probatori a carico degli arrestati, responsabili a vario titolo del reato di associazione a delinquere finalizzata al compimento di una serie indeterminata di rapine aggravate dall’uso delle armi in danno di istituti di credito.
All’esito delle indagini sono stati delineati con precisione i ruoli ricoperti dai singoli componenti del sodalizio criminoso, individuando in O. F. il capo, dirigente organizzatore e promotoredell’organizzazione – ed i partecipanti in M.M. in diverse occasioni ha svolto il ruolo di “palo” assicurando la copertura di fuoco ai sodali, talvolta compiendo materialmente le rapine – in O. C., anch’egli talvolta con funzioni di “palo” e custode degli strumenti per consumare le rapine, C. S., quale vero e proprio “basista” con l’incarico di intercettare le frequenze radio in uso alle forze dell’ordine e allertare in anticipo i sodali del loro arrivo, e P. G. in qualità di esecutore materiale dei “colpi”.
Otto rapine aggravate. Nel complesso sono state ricostruite otto rapine aggravate delle quali tre tentate, avvenute tutte ai danni di istituti bancari dei quartieri romani di Monteverde, Ponte Milvio, Olgiata, Cecchignola e Montesacro, nel periodo compreso tra i mesi di marzo e novembre 2017, ad eccezione di una avvenuta in località Alba Adriatica. Tutti i “colpi” sono stati messi a segno secondo le medesime modalità: due/tre soggetti che, travisati con parrucca molta folta brizzolata, occhiali con lenti scure ed un abbondante trucco in volto per alterare i tratti somatici, dopo aver immobilizzato i dipendenti della banca, talvolta servendosi di un coltello, hanno asportato complessivamente oltre mezzo milione di euro dai vari istituti di credito rapinati.
Ai componenti della banda, tutti romani dall’età compresa tra i 40 ed i 50 anni, con vari precedenti sia contro il patrimonio che in materia di stupefacenti, alcuni tra i quali gravitanti negli ambienti degli ultrà del tifo laziale ed un poliziotto attualmente sospeso dal servizio, sono stati già contestati in giudizio a vario titolo i reati di tentato omicidio, tentata rapina pluriaggravata in concorso, porto e detenzione di armi clandestine, lesioni e ricettazione, tutti commessi in occasione della tentata rapina commessa a Tivoli. I provvedimenti sono stati notificati a tre presso le case circondariali di Rebibbia e Velletri, dove stanno scontando le condanne per l’arresto in flagranza, mentre P. G. e C.S. sono stati rintracciati presso le rispettive abitazioni in cui si trovavano ristretti agli arresti domiciliari ed associati anch’essi al carcere di Regina Coeli a disposizione dell’autorità giudiziaria. RedCro
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