Nella “rete” della “mafia bianca” di Guidonia Montecelio in base a quanto emergerebbe dalle indagini imponenti effettuate dalla guardia di finanza di Roma la gestione del potere era prioritaria e si concretizzava plasmando il Palazzo sulle necessità del gruppo. L’operazione “ragnatela” ha condotto in carcere giovedì dodici persone e tre ai domiciliari, politici, dirigenti, funzionari e imprenditori indagati a vario titolo per corruzione, peculato, falso e su sei di loro c’è l’associazione per delinquere in una città “invasa da un’aria irrespirabile”, come ha detto il procuratore di Tivoli Francesco Menditto nella conferenza stampa di quel giorno. Ambiente, urbanistica, lavori pubblici e trasporti, in questi settori ricadono gli episodi finiti nei venti capi d’imputazione dove ci sarebbero mazzette e un aggiramento delle regole che appare sistematico negli appalti e negli affidamenti, modellati per far vincere l’amico imprenditore di turno o nel caso del verde, in una sequela di lavori e servizi (si va dalle compostiere ai generici progetti ambientali) mai eseguiti e pagati invece dal comune con soldi che sarebbero poi stati spartiti.
Due anni di indagini si è detto, con la nascita “dell’associazione” che viene fatta risalire al 2013, quindi già nel primo governo di centrodestra. Nel 2015 l’allora sindaco Eligio Rubeis, riconfermato alle urne nel 2014, viene arrestato e va ai domiciliari, e al suo posto subentra al timone il suo vice Andrea Di Palma, oggi al centro della bufera e in carcere. Proprio l’ex facente funzioni, insieme tra gli altri al dirigente Angelo De Paolis, fiduciario, arrivato nel Palazzo per volere di Rubeis, è al centro di quella che per gli inquirenti è la “rete”. A entrambi vengono contestate le mazzette, ma nelle 282 pagine di ordinanza del gip Alberto Michele Cisterna ci sono riferimenti a quell’uso del potere per aggiustare gli uffici comunali a seconda delle esigenze del gruppo. Caso emblematico quello del cimitero, quando lo stesso De Paolis venne tolto dall’urbanistica, poche ore prima dello scioglimento, e quindi dal camposanto “per evitare contrasti che potrebbero pregiudicare gli interessi e gli affari del sodalizio”, scrive il gip. Per capire il contesto, si era alla vigilia del voto sul bilancio, il 13 giugno, bocciato da quattro della maggioranza insieme all’opposizione tanto che il governo cadde. Erano gli ultimi battiti, lo spostamento dei dirigenti, in particolare di De Paolis, spedito ai Lavori Pubblici quella stessa mattina, fu la manovra finale di Di Palma, così fu chiamata in cronaca raccontando il colpo di coda.
Lo scontro era sulla privatizzazione del cimitero, e i finanzieri ipotizzano che lo spostamento di De Paolis fosse dovuto anche alla necessità di evitare gli attriti nell’ambito “degli interessi relativi al cimitero” che vedevano contrapposti Di Palma e Salvatore Mazza a De Paolis e l’imprenditore Innocenzo Morasca. La premessa nota al tempo era la determina con cui il dirigente aveva dato il via libera nella gestione del camposanto al privato che si era aggiudicato nel 2014 con una gara i lavori di ampliamento e appunto anche la parte vecchia. In questo contesto nasce il braccio di ferro (con Mazza contrario) e Di Palma decide di togliere De Paolis dal settore cimitero. La decisione viene spiegata da Di Palma in una intercettazione ambientale in auto nella quale avrebbe detto all’interlocutore riferendosi a De Paolis: “L’ho salvato se no già stava in galera… e lui non lo sa! Vabbe’ va.. ci sentiamo dopo”. La strada che ha condotto a quella scelta emerge da alcune intercettazioni ambientali, di giugno, da cui si capisce il contrasto sorto – fotografa il gip – “all’interno dell’organizzazione in relazione alla gestione del cimitero” e che vedrebbe coinvolti appunto Di Palma, De Paolis, il funzionario Salvatore Mazza, il figlio Andrea consigliere comunale di Forza Italia e l’imprenditore Morasca. Quello che ne esce è “uno spaccato inquietante sul sistema di illiceità che governa da anni la cosa pubblica di Guidonia”, dove viene confermata la prassi di spostare quelli che sono gli elementi di disturbo anche quando si tratta “degli stessi appartenenti al sodalizio”, come nel caso appunto di De Paolis. L’architetto è stato mandato via dal settore del cimitero perché poteva creare situazioni di conflitto “con ambienti vicini al sodalizio”, dopo che Salvatore e Andrea Mazza avrebbero cioè sollecitato l’intervento di Di Palma in questo senso.
C’è una prima conversazione tra De Paolis e Di Palma del 2 giugno.
De Paolis: Guarda che ho scritto e mi devi dare i contratti che hai fatto perché io non posso andare per le piste per i cazzi tuoi, e le luci votive io al 90% gliela revoco la cosa… ma tu fai a dà 100.000 euro, non so che cazzo ha combinato, non c’è un contratto, non c’è una gara… aò.. a bello… io ho ragione?
Di Palma: Però dato che lui ieri mi ha detto sta frase….
De Paolis: Anche da me è venuto mogio mogio… perché gli ho parlato proprio de ste luci, scusa ma perché a devo dà a questo? Ma io la do a Morasca perlomeno… dico a Salvatò ma tu? Tu hai speso, ho visto le carte, hai speso 250.000 euro Salvatò l’anno. Quando tu hai una concessione che non spendevi na lira.
Di Palma: porca troia
…..
Un clima ad alta tensione e le pressioni per far spostare De Paolis verrebbero fuori dal colloquio tra Di Palma, Salvatore Mazza e Andrea Mazza di venerdì 10 giugno al bar Lanciani, quindi tre giorni prima lo scioglimento del consiglio e il decreto di Di Palma con cui sempre quel lunedì ha poi in effetti messo il dirigente nel settore Lavori Pubblici. Salvatore Mazza, fa riferimento a una lettera di un “ingegnere” sul caso cimitero in cui si parla del terreno venduto “con atti privati che non esistono da nessuno parte” e una serie di altre presunte anomalie come il prezzo di vendita. A un certo punto il geometra Salvatore Mazza, che da anni è a capo della gestione del cimitero in Comune, avrebbe detto: “Non so manco se lui sapeva (riferito al fatto se De Paolis sapesse della lettera), se gli devo dà prima…”. Ecco alcuni stralci della lunga conversazione intercettata dai finanzieri.
Salvatore Mazza: dobbiamo capire come fare…
Andrea Di Palma: dobbiamo capire, dobbiamo toglierlo da lì!
Salvatore Mazza: devi toglie Angelo Andrè, devi toglie Angelo!! Andrè e te prego
Andrea Mazza: Angelo lunedì è andato via, te lo giuro!!
….
Salvatore Mazza: levalo dal cimitero, non te lo portà avanti…
Andrea Di Palma: lui mi conosce, non è più dirigente!
Salvatore Mazza: mò Andrè non…non
….
La discussione si accende, il consigliere Mazza dà in escandescenze.
…..
Salvatore Mazza: calmate per piacere e non rompe li cojoni
Andrea Mazza: è roba mia, mia!! se non lo po’ levà lui, se lui non se dimette lo levo io!
Salvatore Mazza: va solo frenato, siccome non lo puoi più caccià, va solo frenato, se non me voi vede più fallo
Andrea Mazza: io so sempre il più… che mi mantengo, però se devo aggravà la mano, in cinque minuti ti distruggo il Comune, perché dico nome e cognome di quelli che hanno preso!! Che allora me lo diano… che Angelo De Paolis io lo denuncerò per la strada a Marco Simone che ha fatto l’affidamento diretto eh!! che quelle so’ tutte le cose di Angelo…
Andrea Di Palma: io non parlo di queste cose ad Angelo, io ne parlo con voi! Per me, Angelo il problema c’è e che Eligio lo ha messo lì
Salvatore Mazza: allora non hai risolto il problema
…..
Andrea Mazza: tu non devi dì… tu devi dì: io non posso costruì il parcheggio per quello che c’è… è un tuo problema, non è che quel problema io ti do di più e c’hai diritto a qualcosa di economico, te lo devi scordà perché c’è un errore, le proroghe devono essere sempre messe nel quadro economico, nel piano finanziario e tutto quanto, non ci deve essere una reazione economica! Quindi non puoi avè un giorno in più, non puoi avè una lira in più, non puoi avè un cazzo in più, però lo devi dà fa subito! Lo sai che significa? Che tu bilanci. Qual è il problema che c’avemo fatto li loculi e sti cazzi!! Mò c’è vado pure a …. sti cazzi, io i 5 milioni ai loculi glieli devo dà! E me fermasse chi me deve fermà! Ma mi deve fermà il sindaco! I loculi chi li fa? Ma me deve ferma il sindaco. Va bè non li faccio più ma si assume la responsabilità davanti al paese di quanto detto! Ma non me po’ fermà, non me po’ fermà nessuno, solo il sindaco me po’ fermà!
……
Andrea Di Palma: la prima cosa che possiamo fare è, nell’immediato, rinviare la macrostruttura…. per levare a lui la competenza sul cimitero, pure dell’urbanistica….
Salvatore Mazza: Leva tutto! Leva tutto, nun sta a fa niente, mi tengo la lettera e non dico niente, io quella volevo evitare
….
Andrea Di Palma: il bilancio va fatto sicuro perché non lo voto più io
Andrea Mazza: ma se non va il bilancio, il commissario lo può caccià
Andrea Di Palma: lo potrebbe cacciare
Salvatore Mazza: lo caccia
Andrea Di Palma: Lo potrebbe cacciare, voi non dimenticate mai di Rosa Mariani… se passa il bilancio fino a mercoledì lo potrebbe…. poi lo puoi pure caccià
…..
Andrea Di Palma: Non se po’ fa!! Finché non mi metto come interlocutore, la mediazione qua non poi fa la proposta con nessuno eh!!
……
Salvatore Mazza: abbiamo parlato in macchina io e lui: te prendi quelli che ti do… te li do domani, non te li do né da assessore, né da consigliere, te prendi…”
(Si discute poi degli scenari relativi all’approvazione o meno del bilancio in consiglio)
Andrea Di Palma: il problema è che deve passà, noi mercoledì, noi mercoledì facciamo la macrostruttura e quello vediamo dove piazzarlo
Dopo un lungo scambio ancora sulla situazione tecnica (e non) del cimitero, nel tavolo si sarebbe tornati a parlare di De Paolis.
Andrea Di Palma: Salvatò questo è un attacco personale!
Salvatore Mazza. Un attacco personale!
Andrea Di Palma: no, pure a me è personale, ma de che cazzo stamo a parlà! (risata)
Salvatore Mazza: sì però è nascosto dall’attacco politico, che poi lo voi fa passà per un attacco… a me tutti m’hanno levato le castagne, infatti so’ simpatie!
Andrea Di Palma: sì però Salvatò, ti dovrebbe fa capì!… io che ci mettevo Salvatò? A fa finta di niente! Mi mettevo in tasca i soldini, no?! E gli dicevo: Angelo fallo tu e io contro no?! Lo potevo fa, no?! Lo fanno tutti in politica, de che cazzo stamo a parlà! Angelo… io me lo faccio difensore io, tuo! Perché so contro!
Il venerdì Di Palma – nel pieno della crisi politica – rassegna le dimissioni e lunedì 13 giugno al protocollo, poche ore prima dell’ultimo consiglio, passa il decreto con cui muove le pedine nel Palazzo, togliendo De Paolis dall’urbanistica dove colloca invece Gerardo Argentino (oggi in carcere), che era già dirigente dell’ambiente. E fu giallo per la data delle carte, visto che risultava appunto che il decreto fosse posteriore alle dimissioni che Di Palma giustificò con “l’errore” materiale del dipendente che si scordò di formalizzare il decreto lo stesso venerdì. E commentò a questo giornale in un articolo uscito il 15 giugno, quindi tre giorni dopo: “Ho rinnovato le deleghe di funzione ai dirigenti cercando di valorizzarli ciascuno per le proprie professionalità ma anche per l’impegno. In questo modo la macchina potrebbe portare a termine alcune opere quali la scuola di Setteville Nord, la Caserma della Guardia di Finanza, anche in assenza di guida politica”.
Gea Petrini
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