Nella “rete” ci sarebbe anche la cartellonistica. E’ tra gli indagati del sistema Guidonia, Gianluca Angelini, 47 anni, imprenditore da sempre vicino a Andrea Di Palma. Amministratore della società Comunicare Media srl insieme a Luigi Montorselli, un’azienda specializzata nel settore appunto della pubblicità esterna, delle soluzioni internet, dei progetti editoriali, di sviluppo software e soluzioni per la pubblica amministrazione. Conosciuta nel Palazzo di Guidonia Montecelio perché ha curato negli anni del centrodestra diversi lavori legati anche all’immagine dell’ente o alla sua divulgazione sul web – è il caso ad esempio del portale internet del Plus – e perché venne affidato alla società il bando per la rimozione della cartellonistica abusiva su tutto il territorio. Era il 2013, Comunicare Media fu l’unica a partecipare e la soluzione prevedeva un appalto a costo zero per l’ente, cioè la rimozione senza spese per le casse pubbliche e in cambio una compensazione con il 25% degli spazi per la stessa azienda. Vinse ma non se ne fece nulla, il bando venne bloccato nell’esecuzione concreta. Angelini era vicinissimo a Di Palma (oggi in carcere), ed entra in gioco, in base a quanto emerso fino ad ora, nell’ambito dei servizi affidati dal settore Ambiente.
In particolare tra i diversi lavori assegnati e oggi contestati a quell’assessorato, tanto da aver condotto a Rebibbia tra gli altri il dirigente Gerardo Argentino, c’è quello affidato alla Visual srl. Per 39mila e rotti euro più Iva questa società viene investita della “realizzazione di punti informativi, ideazione ed impaginazione materiali, realizzazione materiale informativo, la distribuzione e l’affissione”. Una ditta che in base alle ricostruzioni avrebbe avuto una sede fittizia a Roma e un ufficio operativo invece a Guidonia, condiviso appunto con la Comunicare Media di Gianluca Angelini. C’è un altro socio insieme a Angelini nella società ma – evidenzia il gip nell’ordinanza – Andrea Di Palma ne sarebbe stato terzo socio occulto, come lo stesso ex vice sindaco spiega in una intercettazione ambientale con una persona a lui vicina: “Lì i soci siamo in tre. Gigi, Gianluca ed io, solo che Gianluca c’ha il 66% ed il 33 sarebbe mio e quell’altro c’ha il 33..Poi a me, me danno meno che meno…”. Insomma, Argentino sceglie la ditta Visual per i lavori ma secondo gli inquirenti sarebbe sempre riferibile agli stessi soggetti della Comunicare Media. Il riscontro arriverebbe da una telefonata intercettata tra Angelini e il socio il 28 luglio scorso dopo che è partito un bonifico sbagliato eseguito a nome della Visual invece che della Comunicare Media, “tanto che si preoccuperebbero di aver scoperto la società e che qualcuno possa ricollegarla a loro”. Il socio rimprovera aspramente Angelini, gli avrebbe detto: “Hai fatto il bonifico Icp de Comunicare Media Atv co Visual è una cazzata, lo sapemo io e te, però.. sempre il discorso ce va il cojone a guardà, dice ma come la Visual ha fatto è.., se po’ fa perché mica è un’assicurazione penso che se possa fa”… E la conversazione continua con diverse spiegazioni tecniche. Per questa campagna pubblicitaria dell’ente, le giornate ecologiche, la Visual emette poi una fattura e scrive il gip che il 9 settembre Argentino ha emesso l’atto di liquidazione per complessivi 47mila euro. E secondo i magistrati le prestazioni a fronte di atti già “generici” non sarebbero mai avvenute. L’amministratore della Visual è stato poi sentito ed ha prodotto una serie di documenti ma per il pubblico ministero appare “incredibile” lo stesso contratto stilato non sulla carta intestata dell’ente ma su carta della Visual e con il timbro formale del dirigente Argentino.
“E’ totalmente infondata l’eventuale contestazione nei confronti di Angelini”. Commenta così l’avvocato Daniele Fabi. “La Visual ha un contratto di collaborazione con Comunicare Media, ha avuto un solo contratto con la pubblica amministrazione e lo ha svolto. E tutto è dimostrabile attraverso documentazione”. Una partnership nata a agosto del 2015, quando la Visual entra a far parte del Gruppo Comunicare Media in base a un contratto di commercializzazione, condividendone appunto anche la sede a Villanova. Rispetto alla telefonata captata “la preoccupazione che emerge – spiega Angelini – è legata allo sbaglio e alla reale possibilità, da parte di Tre Esse Italia di assegnare erroneamente il pagamento alla Visual e non alla Comunicare Media che detiene le regolari concessioni, anche se da contratto, tra le parti, i costi dell’Icp sono a carico della Visual, ma sarebbe formalmente sbagliato il pagamento”. Quindi secondo Angelini la lettura è del “tutto infondata”. Sul piano delle società perché il legame tra le due aziende – spiega – è totalmente alla luce del sole, dal citofono alla “cassetta postale” e “nel logo aziendale della Visual è riportata chiaramente la dicitura Gruppo Comunicare Media, tra l’altro è una clausola riportata al punto 2 del contratto tra le aziende”. C’è poi l’aspetto del lavoro, la campagna pubblicitaria sulle giornate ecologiche che per gli inquirenti non sarebbe mai avvenuta. Chiarisce Angelini che “la Visual non è mai stata pagata”, ci sarebbe cioè l’impegno di spesa “ma non la liquidazione” e che la relazione con tutte le immagini dell’espletamento della campagna pubblicitaria è stata consegnata: “Alcuni dei manifesti sono ancora lì a più di un anno, a tutt’oggi visionabili sulla piattaforma Street View di Google Maps”. geape.
(nell’immagine in basso il manifesto a Guidonia a cui si riferisce Angelini presa da google maps)
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