Gea Petrini
Consigliere Emanuele Di Silvio, da poche ore non è più capogruppo del partito democratico. Cinque colleghi l’hanno sfiduciata. Perché si è arrivati a questo?
Penso e sono convinto di aver svolto la mia funzione di capogruppo in maniera attenta, di essermi impegnato molto per fare squadra. Questa domanda dovrebbe rivolgerla a loro.
Si sente deluso o arrabbiato?
Assolutamente no, perché dovrei. Il capogruppo ha il ruolo di mantenere i vari equilibri, ma la cosa più importante è svolgere bene la funzione di consigliere comunale, per quello siamo stati eletti dai cittadini.
A ricoprire il ruolo di guida adesso c’è Patrizia Carusi, prima della vostra lista con 951 preferenze, cosa significa per il Pd? Crede che il partito risentirà del passaggio?
Colgo l’occasione per fare gli auguri di buon lavoro alla collega Carusi per questo incarico. Con la mia persona si è cercato di dare un segnale di cambiamento e ringiovanimento della classe politica dirigente del Partito Democratico.
E’ stato sempre critico nei confronti del segretario Mario Lomuscio, trentenne come lei, nell’ultima fase invece sembrate in sintonia. Vi unisce la politica o la strategia?
Non voglio essere ipocrita o finto, non l’ho mai fatto nella mia vita. Penso che io e Mario siamo uniti da tutti e due gli aspetti, e anche dal fatto di essere trentenni. E poi con il tempo entrambi abbiamo capito i nostri sbagli e le nostre ragioni.
Le tensioni nel Pd erano evidenti da settimane, le chiedo una valutazione sincera sull’azione del partito e del gruppo dal giorno dopo l’arresto del sindaco Rubeis.
Dal giorno dopo l’arresto del sindaco, ma anche dal primo giorno della consiliatura, il partito e il gruppo hanno lavorato in maniera decisa per mettere in evidenza i molti errori di Rubeis e della sua maggioranza, con denunce politiche e organizzando manifestazioni e proteste di piazza. Abbiamo aperto sedi politiche ed elettorali per dialogare con i cittadini. Abbiamo scritto agli enti preposti, agli enti sovracomunali per fermare gli scempi targati Rubeis. Siamo in democrazia e queste sono le armi che i consiglieri hanno per fare opposizione.
Crede che il Pd abbia lavorato bene per andare a elezioni a giugno?
Penso che nella vita si possa sempre fare di più, ma ci siamo impegnati molto. Anche presentando un’interrogazione parlamentare. E molto è stato fatto anche in maniera non pubblica.
Perché non ha partecipato alla manifestazione organizzata sotto Palazzo Madama?
Perché avevo un impegno di lavoro. E’ stata l’unica manifestazione o evento al quale non sono riuscito a partecipare in sette anni da consigliere. In molti nel Pd mi reputano il meno assenteista tra i democratici e in effetti è vero, basta guardare i consigli comunali o gli eventi organizzati dai miei colleghi consiglieri ai quali ho sempre partecipato.
Superata la data del 24 febbraio è esploso lo scontro interno. Cinque consiglieri, praticamente l’intero gruppo tranne Salomone, l’hanno rimproverata di essere un solista.
Ho sempre coinvolto tutti in tutte le iniziative. Persino quando ho aperto la mia nuova sede politica ed elettorale ho invitato tutti, figuriamoci se sono un solista.
In pochi mesi è passato da essere il possibile candidato sindaco alla defenestrazione dalla leadership del gruppo. Cosa è stato determinante? Un’analisi di fondo l’avrà fatta.
Il bello di essere in un partito democratico è quello di essere democratici davvero. Qualsiasi decisione, anche quella del candidato sindaco, viene presa dai cittadini di Guidonia Montecelio con le primarie. Personalmente mi sono impegnato, e continuerò ad impegnarmi, per trovare i necessari equilibri all’interno del gruppo. Cosa mai stata facile. Sarà adesso il nuovo capogruppo a dover far altrettanto. Io continuerò, ancor più di prima, a trovare soluzioni per migliorare la città di Guidonia Montecelio. E’ per questo che la gente mi vuole bene e mi sostiene, ed è per questo che sono stato eletto.
Mesi nei quali si è esposto in un clima affatto semplice. Crede che la sua vita privata abbia influito in qualche modo nel giudizio che i colleghi hanno dato di lei? Mi riferisco al fatto che è legato sentimentalmente alla consigliera di maggioranza, Silvia Mazza, figlia dell’ex assessore alle Finanze, eletta nella lista Rubeis. C’è stato un impatto negativo per lei?
Penso che la vita privata debba rimaner tale. Personalmente non mi sono mai permesso di giudicare quella degli altri. Se il giudizio dei miei colleghi è stato condizionato, cosa che tendo ad escludere, l’errore non può di certo essere il mio.
Si sente libero quindi, a casa non parlate di politica.
Fortunatamente nella mia vita privata coltivo molti altri interessi che nulla hanno a che fare con la politica. Argomento che a casa, in famiglia e con gli amici tratto veramente poco.
Una nuova fase per il Pd, voluta da De Vincenzi che ha chiesto l’azzeramento per poter ripartire. Eravate vicinissimi fino a pochi mesi fa, poi c’è stata la rottura. Perché?
Ho sostenuto De Vincenzi nelle passate elezioni amministrative. Ma in politica le cose cambiano in fretta. A volte in meglio.
L’azzeramento è iniziato da lei, crede che stessa sorte toccherà anche al segretario Lomuscio?
Mi auguro di no. Altrimenti vorrebbe dire regredire invece di andare avanti in un processo di rinnovamento. Nel centrodestra questo processo già c’è stato, se penso ad Alessandro Messa, Silvia Mazza, Andrea Mazza, Veronica Cipriani ed altri, tutti tra i 30 e i 35 anni. E’ importante che si avvii anche nel centrosinistra dove ci sono molti giovani che si impegnano come Michela Pauselli, Daniele Bongi, Mirko Sotorino, Marcello Manni, Luca Pucillo, Fabio Faraglia, Kevin Bernardini e lo stesso Lomuscio. Questo è quello che ci chiedono la gente e i nostri elettori.
Si è allontanato da De Vincenzi e ora è in sintonia con Rita Salomone. Un’alleanza fondata sul nemico comune?
Non ho e non cerco nemici, soprattutto all’interno del mio partito. Con Rita abbiamo sempre collaborato, è stata la mia capogruppo ed anche la capogruppo di De Vincenzi per anni nella scorsa consiliatura.
Telegrafico: il futuro del Pd, e il futuro politico di Emanuele Di Silvio.
Il Pd nazionale spero che continui a fare riforme per cambiare l’Italia. Il Pd locale spero continui a riempiersi di giovani uomini e donne che amano la politica. Il futuro politico di Emanuele Di Silvio spero sia all’interno di una squadra di persone che sappia portare cambiamento ed aria nuova in una città e in un paese come il nostro.
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