di Gea Petrini
Il giro di boa sul caso cimitero arriva in tre pagine firmate dal commissario straordinario Giuseppe Marani. Un atto di indirizzo del 12 ottobre inviato alla dirigente Giovanna Recchia con il quale si decide la linea da seguire sulla concessione del camposanto al privato Morasca: cinque punti di fuoco. Il cimitero non può andare in gestione al Consorzio Comor prima della conclusione dei lavori di ampliamento del primo lotto, la relativa vendita dei loculi non può essere effettuata un secondo prima, c’è un’incongruenza nella progettazione, quindi va riparametrato il contratto in base alle maggiori volumetrie andando a rivedere le tariffe. E per concludere, fino al passaggio formale della gestione al privato, il Comune deve procedere con l’affidamento del servizio cimiteriale per garantire che non ci siano intoppi per i cittadini. Una bomba.
La premessa è d’obbligo. Servirebbe un trattato per ricostruire passo dopo passo lo scontro da brividi che ha coinvolto l’ufficio cimiteriale del Comune, quando il responsabile era il geometra Salvatore Mazza (cioè fino a questa estate) e il Consorzio Comor di Innocenzo Morasca che si è aggiudicato i lavori di ampliamento del cimitero e la gestione per 25 anni. La famosa privatizzazione del camposanto è stata una corsa a ostacoli. L’ultima mossa che ha scatenato la guerra finale, quando a giugno l’ex dirigente dell’Urbanistica, l’architetto Angelo De Paolis, ha firmato la determina con cui trasferiva l’intero cimitero nelle mani di Morasca, vecchio e nuovo. Il funzionario si è messo a scrivere chili di carte opponendosi alla decisione, perché? In sostanza la tesi era tutta racchiusa in quell’articolo del capitolato d’appalto che dice: la gestione del camposanto andrà al privato solo dopo la realizzazione del primo lotto dei lavori, quello con i servizi per cittadini. Opere che non ci sono, obiettava l’ufficio elencando una sfilza di mancanze contrattuali, mentre Morasca dal canto suo armava gli avvocati denunciando di venire sabotato dal Comune che continuava ad affidare lavori, ostacolandolo in ogni modo. Il commissario prefettizio Marani prima ha ruotato tutti, dirigente e funzionario, poi ha messo l’intero rebus nelle mani di una commissione speciale che ha prodotto la relazione top secret andata poi alla Recchia. Visionando l’intero fascicolo, il commissario il 12 ottobre ha tirato le somme, indicando alla dirigente la strada da seguire. E la linea è netta, va nella direzione tracciata dall’ufficio cimiteriale a giugno.
I cinque punti. Sono modalità operative quelle che indica il commissario, partendo dalla complessità di una vicenda che presenta molte “criticità”. Primo passo: bisogna assicurare il rispetto delle fasi contrattuali, cioè procedere alla “sollecita conclusione” dei lavori del primo lotto dell’ampliamento e al relativo collaudo. Solo a quel punto – dice il commissario nell’atto – si potrà procedere all’affidamento della gestione al Consorzio Comor. La vendita di loculi e cappelle – è la seconda regola fissata da Marani – potrà avvenire solo dopo il collaudo e il passaggio del cimitero al privato, non un attimo prima. E c’è poi la partita delle varianti. Il 30 dicembre 2015 è stata approvata la revisione del progetto esecutivo senza tener conto delle varianti intervenute. Risultato, la progettazione esecutiva e le varianti non corrispondono, quindi il Consorzio deve presentare la relativa documentazione. Non è un problema solo di piantine, ma di soldi. E si arriva al quarto punto, perché in ragione delle maggiori volumetrie riconosciute al privato, per assicurare la tutela degli interessi del Comune, il commissario chiede in tempi brevi la revisione del piano economico finanziario dell’accordo, proprio in base al nuovo rapporto tra le tariffe e le maggiori volumetrie con un riequilibrio a favore dell’ente pubblico oggi evidentemente svantaggiato. L’ultimo indirizzo stabilisce anche come affrontare l’immediato: fino alla conclusione dei lavori del primo lotto, Morasca non può subentrare, allora per garantire il funzionamento del servizio cimiteriale, il Comune deve procedere al relativo affidamento, ovviamente per i tempi strettamente necessari. La matassa adesso è sbrogliata davvero.
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