Le elezioni non saranno libere, se non sarà spazzato via il sistema che ha “distrutto” Guidonia Montecelio in questi anni, un sistema che ha trasformato la gestione in potere e il potere in malaffare. E’ il Pd a volere “piazza pulita”: cinque consiglieri uscenti ieri pomeriggio in una conferenza hanno acceso i riflettori sugli scandali della terza città del Lazio, lasciata dal centrodestra “con le casse vuote” e una sfilza di inchieste giudiziarie. Per capire quale sia la situazione in città, chiedono un incontro con il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto.
Rompe il ghiaccio l’ex capogruppo. E’ “garantista” ma i fatti sono “molto gravi”. Patrizia Carusi è la prima a parlare, seduta accanto a Simone Gugliemo, Paola De Dominicis, Emanuele Di Silvio e Domenico De Vincenzi, spiega: “Questa è una città senza Bilancio, il commissario e i sub commissari stanno lavorando per il bene della città, li incontreremo di nuovo giovedì. Il centrodestra ha lasciato un Comune con le casse vuote”. La nota personale è di profonda amarezza, eletta per la prima volta nel 2014, “questi due anni per me sono stati una grande delusione, io sono sempre stata vicina ai bisogni della gente e tutto questo mi ha colpito come persona, come consigliere e come ex dipendente del Comune”.
E poi l’ex candidato sindaco. Tocca tutti gli aspetti più feroci De Vincenzi: “Due anni fa ho perso le elezioni e oggi tutti i temi che noi denunciavamo sono usciti con una violenza inaudita. Il voto di scambio, la gestione superficiale degli appalti, il buco nei conti da 40 milioni di euro a causa del quale si andrà al riequilibrio di bilancio che è come il predissesto”. Per cinque anni – spiega – niente assunzioni, nessun mutuo, zero opere e tasse alle stelle, ecco le prospettive. Si toglie i sassolini che sono macigni dalle scarpe quando ricorda, “per questo abbiamo perso, hanno fatto la campagna elettorale con i soldi dei cittadini, una rotatoria da 200mila euro è costata 700mila”. La molla dell’incontro con la stampa è l’ultima inchiesta giudiziaria che vede indagato tra gli altri per corruzione l’ex vicesindaco Andrea Di Palma: “Nonostante lo scioglimento e ancor prima l’arresto del sindaco, questo sistema a Guidonia continua a macinare attraverso persone del centrodestra. Non so se è vero, ma se l’appalto dello scuolabus è frutto di una tangente, questo fa capire quanto sia marcio questo sistema. Non so se è vero, ma le responsabilità sono della politica e di una certa imprenditoria. Allora dico: se questo sistema non viene rotto, le prossime elezioni saranno condizionate come le ultime, bisogna fare piazza pulita”. Ecco perché è scattata la richiesta di incontro con il vertice della procura di Tivoli, il resto sono stilettate ad amici e nemici, compresi i biplanisti, “si nascondono dietro una civica ma sono coloro che hanno determinato questo disastro votando bilanci fasulli”, il riferimento è a Marini e Cipriani, “ma quale novità”, ma chissà se i pensieri non siano anche per Cerroni.
Il mare mosso democratico. Non ci sono tutti e non manca la solita polemica interna in salsa piddì. Assente giustificato causa luna di miele Rocco Cisano, nessuna motivazione invece per il posto vuoto di Rita Salomone, la presidente provinciale del Pd è impegnata con la fine della Giunta Cannella a Fonte Nuova dove ha ricoperto il ruolo di vicesindaco. Sarà per quello? Nessuno proferisce mezza parola, “lo spiegherà lei” dice Di Silvio, ma si capisce che non sono coincidenze. Il caso poi scoppia sul segretario Mario Lomuscio, non c’è. “Non capisco perché non ci sia” dice Guglielmo in tono polemico, lavando in piazza i panni che i retroscenisti già conoscono alla perfezione. I fatti sarebbero andati così: l’incontro con i giornalisti voluto dai consiglieri (motore De Vincenzi) sarebbe stato notificato al segretario via email. Uno sgarbo formale, nulla di più, si dirà. Con l’aria che tira nel partito, qualcosa di più, tanto che Lomuscio si è sbrigato a inviare già giorni fa una nota ai giornalisti con le riflessioni del partito sul caso Di Palma. E ha disertato l’evento. Guglielmo commenta, “nella fase di scioglimento c’è stata un’azione timida del partito”. Apriti cielo, Carusi lo interrompe un paio di volte e poi precisa, “il segretario è assente per motivi di lavoro”, ma ormai la frittata è servita. Prova a fare da mediatore Di Silvio, “siamo uniti, sono scaramucce come in tutte le famiglie”, e ribatte a Guglielmo, “abbiamo speso questi anni a fare opposizione alla malapolitica del centrodestra, ci siamo incatenati, abbiamo controllato gli atti, abbiamo pagato il ricorso al Tar contro l’impianto, cosa potevamo fare di più?”. Venti minuti di discorso, alla fine sembra un comizio da primarie, si parla pure di programma. Tra l’altro le primarie vengono rivendicate, ma Di Silvio precisa: “Io non sono per dire no alla partecipazione a forze civiche vere”. Segnali a destra e a manca, se la partita per il sindaco inizia così, c’è da mettersi comodi.
Gea Petrini
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