San Polo rende omaggio ai “fossanti”: i cavatori tra sacrifici e speranze

San Polo dei Cavalieri rende omaggio ai “fossanti”. Già dalla fine dell’Ottocento sono stati moltissimi, circa centocinquanta,  i Sampolesi  che hanno lavorato nelle cave per l’estrazione del travertino romano di Tivoli e, successivamente, di Guidonia Montecelio. “Cavatori, popolarmente definiti fossanti, i cui sacrifici hanno rappresentato per la comunità locale un fondamentale mezzo di sostentamento, di progresso economico e di elevazione sociale. Figure – spiegano dal Comune – che per decenni hanno incarnato esemplarmente, con semplicità  e in silenzio, i più autentici valori della resilienza e della dedizione al lavoro”. Per celebrare il ricordo ed il contributo dato dai cavatori al progresso della comunità, l’amministrazione ha ideato un’iniziativa tesa a conservarne e a diffonderne la memoria. In una aiuola nel cuore del centro storico, sarà posta una installazione rappresentativa della cultura del lavoro e celebrativa del sacrificio dei “fossanti”. Significativi gli elementi artistici scelti: una lavorazione in “lapis tiburtinus” e questa citazione letteraria, tratta dal componimento “Ai miei obblighi” di Pablo Neruda:

“…io lavoro e lavoro,
devo sostituire
tante dimenticanze,
riempire di pane le tenebre,
fondare di nuovo la speranza.”

“Ci è sembrato il modo migliore per esprimere pubblicamente e per sempre la nostra gratitudine”, commenta il sindaco Paolo Salvatori. L’inaugurazione dell’opera è prevista per il prossimo mese di luglio.