Più vincoli ai controlli, tempi stretti, emendamenti accorpati e riformulati, alcuni cassati: il day after in casa cinque stelle a Guidonia Monyecelio non è semplice da gestire. La Regione dopo una settimana di passione, indiscrezioni, slittamenti, ha approvato nella seduta fiume di ieri, durata fino a mattina, la modifica alla legge regionale sulle cave voluta dall’assessore piddì Gian Paolo Manzella per mettere mano al settore, sconquassato dall’emergenza del distretto di Guidonia. Incombeva infatti l’incubo delle chiusure per mano dell’amministrazione comunale, una battaglia che da tecnica è diventata subito politica quando è stata chiara tra notti in piazza e polizia a scortare il sindaco sommerso da urla e i fischi, che i cinque stelle al governo della terza città del Lazio non avevano intenzione di rimettersi a tavolo per mediare. Il motto era gli irregolari, considerati tali dal Comune con le aziende che contestano le accuse, insomma chi per noi non ha rispettato il piano di recupero deve chiudere: così almeno sette provvedimenti di revoca erano pronti, dopo gli ultimi due che hanno generato il turbinio di protesta. In ballo 2mila posti di lavoro con 120 operai già licenziati e fermi in piazza con le tende. Il testo approvato ieri dal consiglio regionale avvia una fase di verifiche straordinarie nelle cave, orizzonte finale una nuova legge, e intanto si ferma ogni atto, vengono sospese quindi anche le revoche in arrivo. E con il sub emendamento di Laura Cartaginese, Forza Italia, appoggiato dal centrodestra e votato dal Pd, sono inclusi nella sospensione anche i provvedimenti, cioè gli iter chiusi, come le revoche. Questo è lo spiraglio concreto per i lavoratori licenziati che, in vista di capire le prossime tappe, adesso possono lasciare la piazza. I cinque stelle regionali? Hanno votato contro l’emendamento Cartaginese, d’altronde ribaltava l’impostazione dell’amministrazione Barbet. Ma i consiglieri regionali hanno votato poi il dispositivo complessivo modificato anche con la parte di emendamenti presentati che puntavano a irrigidire i termini dei controlli anche nei tempi.
S’intende come nel Palazzo di Guidonia l’emendamento Cartaginese sia stato un colpo di scena. Nessuno nelle indiscrezioni dei giorni precedenti il voto, suggeriva un esito positivo per quello scenario. Anzi, gli umori tra i pentastellati erano chiari e vedevano già l’esito soppiantato invece dall’Aula. Così il sindaco dopo riflessioni, esprime oggi una posizione politica che tende a far passare un messaggio: le verifiche alle cave saranno più rigide grazie al contributo degli emendamenti cinque stelle. “Con questa nuova norma verranno eseguite una serie di ulteriori verifiche sulle attività di cava e saranno sospesi i provvedimenti sanzionatori che il Comune, nel pieno rispetto della legge, avrebbe dovuto proseguire ad emettere a breve. Grazie alla coerenza nell’applicazione delle norme da parte del Comune, il legislatore regionale si è quindi finalmente accorto della necessità di adeguare la legge alla realtà che il territorio di Guidonia Montecelio sta vivendo, che è fatta di impegni mai rispettati e che hanno causato enormi rischi per l’occupazione e per l’ambiente. Ci teniamo a ribadire che l’attività dell’amministrazione comunale è sempre stata corretta e che l’impegno per la salvaguardia dei posti di lavoro non è mai cessato. Adesso, con i nuovi strumenti messi a disposizione dalla legge – conclude Barbet – si avvierà una stagione di regole e controlli che ci auguriamo spingano finalmente le aziende ad assicurare un futuro concreto al distretto e alla filiera del travertino e a rispettare le regole per non mettere ulteriormente in pericolo i lavoratori e l’ambiente”. Con l’intervento risolutore della Regione, al di là dei successivi sviluppi, Barbet fa i conti con la prima pesante sconfitta dell’amministrazione cinque stelle che avviene sul piano del diritto al lavoro.
geape.
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