di Vincenzo Perrone
Se Fratelli d’Italia tenta senza riuscire la carta della mozione di sfiducia, il resto del centrodestra dialoga con Nicola Zingaretti, almeno a vedere come è andata nel consiglio regionale del Lazio di ieri.
Centrodestra tra dialogo, stoccate a Pirozzi e mozioni mancate
Mano tesa a Zingaretti da parte del forzista Giuseppe Simeone, pezzo da novanta del campo azzurro. “Questa legislatura – ha dichiarato il consigliere di Forza Italia – ha due primati: il primo è che il presidente è stato rieletto ma il secondo è che non ha una maggioranza sicura. Per questo c’è la volontà di trovare convergenze affinché la regione non resti l’ombra di se stessa”. Nel corso dell’intervento Simeone non ha risparmiato una stoccata a Sergio Pirozzi ricordando la candidatura a presidente del sindaco di Amatrice che, a suo dire, ha impedito la vittoria del centrodestra e l’elezione di Stefano Parisi come presidente. “Dico a Pirozzi – ha continuato Simeone – che per dare una maggioranza non occorre modificare la legge regionale ma non disturbare chi doveva vincere le elezioni”. Sulla linea della collaborazione anche il consigliere di Noi con l’Italia Massimiliano Maselli. “E’ una legislatura complicata – il suo pensiero – che può essere importante o fallimentare. Noi non ci sottraiamo alla responsabilità. C’è bisogno di scrivere il programma a tre mani: centrodestra, centronistra e Movimento 5 Stelle”. Maselli ha snocciolato anche un parere sulla propria idea di programma e, in particolare, sull’ambiente. “Dobbiamo incrementare la raccolta differenziata ma, se vogliamo evitare il conferimento in discarica dobbiamo avere gli inceneritori”. Meno propensa, invece, a questo approccio è sembrata l’opposizione di Fratelli d’Italia che ha, infatti, presentato nei giorni scorsi una mozione di sfiducia al presidente, non discussa però in aula per la mancanza delle firme necessarie. “Abbiamo presentato la mozione di sfiducia – ha spiegato il capogruppo meloniano Fabrizio Ghera – perché non facciamo da stampella a nessuno e siamo alternativi a Zingaretti”. Tra i temi toccati dal consigliere di Fratelli d’Italia c’è stata la proposta di dare una sorta di diritto di prelazione sugli alloggi popolari alle famiglie italiane rispetto a quelle straniere. Un mantra quello del “prima gli italiani” caro alla nuova destra che ha ripetuto nel suo intervento anche il leghista Orlando Angelo Tripodi.
Centrosinistra tra umiltà e consigli in tour
Una mano tesa da parte della maggioranza/minoranza Zingaretti, ci si perdoni l’ossimoro, verso il resto dell’aula. “Possiamo cogliere l’opportunità di questa legislatura facendo prevalere la collaborazione partendo dagli obiettivi”, sono state le parole di Alessandro Capriccioli di Più Europa. Una collaborazione che val al di là del perimetro della Pisana e che coinvolga anche i cittadini con un consiglio regionale da svolgersi periodicamente in tutte le province del Lazio, è questa l’idea del consigliere regionale di Leu Daniele Ognibene. “Abbiamo dieci sfide (i punti programmatici ndr) sugli argomenti fondamentali in questo momento”, è il pensiero di Paolo Ciani del Centro Solidale. Sulla stessa linea anche Marta Bonafoni della lista civica Zingaretti. “Il voto del 4 marzo – ha affermato la consigliera – ci interroga sul sistema politica che deve farci uscire dall’autoreferenzialità con un bagno di umiltà di tutti”. A chiudere il cerchio il gruppo più numeroso che è quello del Partito democratico attraverso la voce del consigliere Mauro Buschini. “Zingaretti ci lancia una grande sfida – sono le sue parole – e per tutti noi è una grande opportunità che dobbiamo cogliere”.
Poi è il turno di Zingaretti
Il presidente Nicola Zingaretti parte dalla mozione di sfiducia di Fratelli d’Italia rivendicando come l’assenza di firme da parte dei consiglieri d’opposizione sia di buon auspicio per l’inizio dei lavori. “Nell’aula c’è la volontà di andare avanti e questo è importante per il destino della comunità”- ha dichiarato il presidente. Una volontà, quindi, che parte dai punti programmatici lanciati dal presidente e non dal programma del centrosinistra. “Se vogliamo andare avanti non voglio imporre il mio programma che, invece, sarà un contributo alla mediazione”. Zingaretti si è anche soffermato sul lavoro svolto per la sanità regionale che con la sua gestione è uscita dal commissariamento. “Alcune regioni sono commissariate ed altre sono premiate, la missione è quella di costruire un nuovo modello di difesa del diritto alla salute”. Un programma/agenda snello dal quale iniziare inserendo, quindi, le istanze di tutti i gruppi politici. “La responsabilità della legislatura è sulle spalle di tutti e la parola importante sarà dialogo. Quello che ho proposto non è un programma ma un’agenda di lavoro su grandi temi”.
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