Home Cronaca Rancore e Eden, canzone sulle nostre scelte

Rancore e Eden, canzone sulle nostre scelte

Rancore e Eden, canzone sulle nostre scelte

di Alessandra Paparelli

Non si spengono ancora gli echi del Festival di Sanremo, perché ora per gli artisti ci sono i passaggi nelle radio più importanti e le interviste, la promozione, gli Instore Tour. Attesissimo a Radio Italia Anni 60 Roma, 100.5, Tarek Iurcich noto come Rancore, rapper romano, autore del brano Eden al Festival, uno dei più apprezzati rapper del panorama nazionale, è arrivato intorno alle 18.15 con l’immancabile look nero e il cappellino, tra tanti fans e appassionati fuori dalla radio per poter fare una foto con lui, chiedere un autografo, dargli un abbraccio. C’era molta curiosità sul testo, perché gira tutto intorno al frutto del peccato, al frutto di una “scelta”. La vittoria di Rancore del premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo a Sanremo ma anche quello della sala stampa Lucio Dalla per il premio Mia Martini, è una vera pietra miliare per il rap italiano, un doveroso e giusto riconoscimento a una scrittura profonda e creativa tanto che Rancore è davvero considerato tra i migliori se non il migliore tra i vari rapper italiani con capolino all’estero. Mai era successo che un rapper avesse premio e considerazione poetica sul sacro palco dell’Ariston.

Come è nata l’esigenza di esibirsi a Sanremo da solista?

L’esigenza e la “spinta artistica” e anche “emotiva” che ha portato Rancore a partecipare quest’anno al Festival da solista ( lo scorso anno l’artista aveva partecipato in un featuring, un duetto con Daniele Silvestri in “Argentovivo”) e a mettersi in gioco da solo sul celebre palco dell’Ariston, “mettere se stesso proprio su quel palco” insieme a tutto il suo passato, il suo vivere, la sua esperienza e la sua complessità è stata “la necessità di dire un qualcosa che non poteva essere rimandato”.

Eden, il brano Sanremese vincitore del premio Bardotti: la mela, perno di tutto

Diciamolo subito, anche noi: Eden è un bellissimo brano, criptico ma neanche tanto, profondo, questo sì. Il brano arriva dopo l’album “Musica per bambini”. Il messaggio di “Eden” proprio come dice il testo stesso è criptato: “Codice, codice, questo è un codice”, come ascoltiamo fino dall’intro: insistente, martellante, ritmato, come un codice morse che invia un messaggio al di là dell’oceano, verso confini sconfinati. Tante sono le citazioni, colte, i riferimenti. Rancore cita anche San Francesco in studio (questo sublime messaggio, citiamo noi “Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita”. Allo stesso modo, Rancore fa riferimento anche ai poeti ermetici, di cui assorbe le influenze dando loro nuova vita e significati “Se loro usavano la pochezza delle parole, io uso la “tantezza” e allora – ci dice ancora – “la rivoluzione di Eden passa attraverso un codice, quello della mela e della scelta” (la prima mela del peccato, la mela di Newton, la mela di Biancaneve, la mela di Apple, la mela di Eden è una metafora per le scelte di ognuno di noi, donne e uomini).

La scelta di portare un brano complesso quale “Luce” di Elisa nella serata cover dei duetti

Una perfomance fantastica, insieme a Durdust e La Rappresentante di Lista che abbiamo avuto ospiti sempre in studio, sabato scorso. Spiega Rancore “Ricordo quando Luce vinse Sanremo 2001, era un brano che mi piaceva molto. Quando ero giovanissimo, Luce era una base giusta per fare rap con un beat molto deciso, incalzante”. Rancore aveva già scritto rime sullo strumentale di Elisa e la reinterpretazione di Luce con Dardust (autore di molti testi insieme a lui) e a La rappresentante di Lista, band alternativa, pregevole, con Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, cantando sui ritornelli ha dato una nuova “luce” creativa con una perfomance sul palco davvero eccellente.

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