Home Cronaca Quarantena, i centri per disabili si riorganizzano: l’esperienza di Ostia

Quarantena, i centri per disabili si riorganizzano: l’esperienza di Ostia

Quarantena, i centri per disabili si riorganizzano: l’esperienza di Ostia

di Alessandra Paparelli

A seguito dell’emergenza Coronavirus e della sospensione dei trattamenti riabilitativi in favore delle persone con disabilità dovuta all’attuale emergenza sanitaria, molte strutture e associazioni in tutta Italia hanno attivato, già dall’inizio del mese di aprile 2020, un progetto pilota di “riabilitazione a distanza”, utilizzando la tecnologia. La condizione di isolamento per le persone con disabilità può avere delle conseguenze molto serie e anche gravi sul piano psicologico e relazionale che possono portare a stati di angoscia, ansia, irritabilità, fino alla depressione. Ecco che molte strutture si stanno via via attivando, nel nostro Paese, come nel caso di Anffas Ostia-Associazione Famiglie e Persone con disabiltà. C’è chi ha scoperto Zoom, chi continua ad utilizzare Skype, videoconferenze di gruppo per tornare a incontrarsi “virtualmente”, parlarsi, guardarsi, sorridere e condividere con gli altri, come accadeva qualche settimana fa prima della quarantena e dell’emergenza Coronavirus. Lontani ma vicini. 

Si combatte solitudine e isolamento: la tecnologia ci viene incontro

Così i centri diurni che accolgono adulti con disabilità grave si riorganizzano, scoprendo le nuove tecnologie per combattere isolamento e solitudine. Abbiamo sentito Francesco Cesarino, Direttore Sanitario di Anffas Ostia-Associazione famiglie e persone con disabiltià intellettiva e del neurosviluppo che opera sul litorale di Roma “L’emergenza Coronavirus ci ha costretti a rimodulare tutti i nostri servizi, anche quelli che riguardano il nostro centro diurno: abbiamo dovuto imparare a utilizzare e a sfruttare gli strumenti tecnologici oggi disponibili che in un contesto come questo ci aiutano a non interrompere il percorso riabilitativo e a non lasciare solo nessuno dando, nel contempo, un valido sostegno alle famiglie e ai loro bisogni”.

“È la prima volta che vengono sperimentati interventi educativi a distanza per persone con disabilità intellettiva medio/grave – riferisce Daniela Pierlorenzi, Coordinatrice del centro diurno di Anffas Ostia -. Questo grazie anche alla mediazione della rete dell’assistenza domiciliare che aiuta famigliari, anziani e i ragazzi che non hanno abilità motorie a utilizzare i supporti informatici. Una delle barriere che abbiamo dovuto abbattere è stata quella linguistica. Alcune persone del centro diurno hanno un grave deficit sia nella produzione che nella comprensione del linguaggio. Stiamo utilizzando un sistema bimodale, che prevede l’uso del lessico della Lis insieme al linguaggio verbale”.

“Fin da subito e per tutti – sottolinea Fabio Ansuini educatore e assistente specialistico – è stato lampante il piacere di rivedersi. Facciamo sia interventi singoli, in cui riprendiamo i percorsi interrotti, sia video-incontri di gruppo per ricreare quel clima che c’era nel centro diurno di Anffas Ostia, fatto di risate e buon umore. Per i ragazzi del diurno è un modo di rompere la solitudine e tornare a parlare con amici che conoscono ormai da tantissimi anni. Un servizio fondamentale”.   

“Lascia che la mia vita rifletta l’infinita quantità di abilità che esiste in ognuno di noi”

Fa sentire la sua voce anche Antonio Barbuto, Presidente dell’Unione Italiana Cechi: “Le persone con disabilità sono portate all’isolamento già quotidianamente e normalmente: questa solitudine oggi, al tempo dell’emergenza Covid-19, è ovviamente imposta da una giusta norma di carattere sanitario. Ma l’isolamento e la  quarantena costringono a casa anche familiari e parenti delle persone con disabilità e la rete dei volontari fa molta fatica a sostenerli, in questo difficile momento. Isolamento e quarantena colpiscono soprattutto i più fragili, cui sono preclusi i canali di assistenza”. 

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