Un buco nei conti pubblici per il quale la città pagherà un caro prezzo per anni, è un elemento più che sufficiente per sbarrare la strada nel centrosinistra a chi ha avuto ruoli nel governo Rubeis. E’ la posizione di Domenico De Vincenzi, il consigliere uscente del Pd quindi condivide la linea dei colleghi Emanuele Di Silvio e Simone Guglielmo, e anzi vuole che sia il partito a esprimersi al più presto. I due spiazzando il parterre democrat hanno fissato insieme i criteri per la scelta del papabile sindaco. Intanto le primarie come strumento di selezione, e poi il divieto di accesso alla guida della coalizione ad ex dell’amministrazione Rubeis. La traduzione in termini pratici è cercare di bloccare Aldo Cerroni, un ex piddì poi diventato civico, un centrista che in questi ultimi due anni è stato nella maggioranza del sindaco agli arresti, anche se poi si è reso fautore della fine anticipata della consigliatura andando tra i nomi della rosa. Il criterio è generale ma il “niet” è ben mirato all’indirizzo dell’avvocato.
“Sulle questioni poste da Di Silvio e Guglielmo – commenta De Vincenzi – credo si debba esprimere l’unione comunale del partito, soprattutto perché si dice che il candidato debba essere indicato entro dicembre. Il percorso quindi va deciso in unione comunale”. Sulle primarie, neanche c’è bisogno di valutare, “sono prassi per noi”, suggerisce il democratico che nel 2014 è stato il leader della coalizione poi sconfitta. “Per me è imprescindibile un punto: il candidato sindaco deve essere del Pd e di Guidonia Montecelio”, insomma nessun papa straniero per salvare la barca, “non devono esserci paletti sulle alleanze, ma alle primarie e alla guida del centrosinistra non possono esserci persone che hanno avuto ruoli nell’amministrazione Rubeis, anche e soprattutto alla luce del buco di bilancio venuto alla luce con il commissario. Quello indicato da Guglielmo e Di Silvio è un percorso democratico e giusto”. redpol.
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