di Vincenzo Perrone
Potrebbe essere davvero al capolinea l’amministrazione guidata da Fabio Cannella che difficilmente troverà i numeri per continuare a governare. Giornata calda quella di ieri in cui per l’ennesima volta si sono riuniti i consiglieri Pd, il partito locale, il segretario provinciale Rocco Maugliani e il sindaco che in questa occasione non ha disertato l’appuntamento. La richiesta da parte del piddì al primo cittadino è stata quella di rassegnare per la terza volta le dimissioni ma in maniera definitiva. Ipotesi che sarebbe stata accettata di buon grado dal sindaco ma a cui invece oggi non sono seguite le dimissioni tris. Intanto l’opposizione si è organizzata e ha protocollato una mozione di sfiducia indirizzata al primo cittadino. “Non so cosa farò per me parleranno gli atti ufficiali”, il commento criptico di Fabio Cannella che non svela le sue carte.
Blasi: “Se il sindaco non si dimette voterò la sfiducia”
“Se il sindaco non si dovesse dimettere sono pronto ad andare in consiglio comunale e votare in maniera favorevole alla sfiducia. Penso che mi seguiranno altri consiglieri Pd perché il sindaco non ha più la stima di alcuni eletti”, commenta il consigliere comunale che da pochi giorni si è dimesso da capogruppo del Partito democratico. A stretto giro, inoltre, è in preparazione un comunicato che dovrebbe essere firmato dallo stesso Blasi, dal presidente del consiglio comunale Agostino Durantini e dal segretario provinciale del Pd Rocco Maugliani in cui vengono esplicitamente chieste al sindaco le tanto agognate (stavolta definitive) dimissioni. C’è stato anche un contatto telefonico tra lo stesso Blasi e il capogruppo di Rinascita di Fonte Nuova Antonio Di Pietro, altro pezzo dell’attuale maggioranza che conta su tre consiglieri, verso cui lo stesso Blasi non risparmia critiche. “Il gruppo di Rinascita di Fonte Nuova si è messo sempre di traverso come, ad esempio, sull’isola ecologica. Ieri ho contattato il capogruppo Antonio Di Pietro per capire le ragioni delle dimissioni dell’assessore all’ambiente Federica Donati che fa riferimento al suo gruppo”.
Di Pietro: “Nessun margine di trattativa con il Pd, siamo per la sfiducia al sindaco”
Rispedite al mittente da parte di Antonio Di Pietro le accuse rivolte dal collega Roberto Blasi. “Prima delle dimissioni del sindaco stavamo portando avanti dei progetti importanti – commenta Di Pietro – come la raccolta differenziata, l’asilo nido e stavamo cercando di risolvere la questione degli scuolabus. Ci sono stati alcuni consiglieri del Pd come Roberto Blasi che si sono messi di traverso con l’asilo nido, sostenendo che non ci fosse l’autorizzazione Asl mentre era tutto in regola”. Netta anche la chiusura nei confronti del sindaco Fabio Cannella. “Prima che il sindaco si dimettesse abbiamo avuto un confronto con lui chiedendo di non rassegnare le dimissioni, sempre per portare avanti i progetti di cui stavo parlando. Tuttavia lui si è dimesso, abbiamo preso atto e accettato questa scelta e per noi non si torna indietro. Se lui non si dimetterà prima voteremo anche noi la mozione di sfiducia”. Il capogruppo di Rinascita di Fonte Nuova nega anche l’ipotesi di essere in trattativa con il Partito democratico per un salvataggio del governo di Fabio Cannella in cambio di alcune poltrone. Sin dal primo consiglio comunale Imelda Buccilli, adesso nel gruppo con Di Pietro ma all’epoca entrambi nel Pd, provò a farsi eleggere presidente del consiglio ma, poi, il più votato risultò Agostino Durantini. “Non ci sono margini di trattativa per noi e non cambieremo idea neanche se ci venisse offerta la presidenza del consiglio”.
Gli scenari
L’ipotesi che sarebbe più congeniale al Partito democratico sono le dimissioni (questa volta realmente irrevocabili) da parte del sindaco. Passati i 20 giorni canonici terminerebbe l’esperienza dell’amministrazione Cannella per mano dei democratici e non dell’opposizione o del gruppo di Rinascita di Fonte Nuova. Del resto i consiglieri Pd, escluso il sindaco, sono 10 e, quindi, non avrebbero i numeri per eventuali dimissioni di massa, stile Ignazio Marino a Roma per intenderci. Altra opzione, invece, è che il sindaco arriva fino in fondo affrontando il consiglio comunale e la mozione di sfiducia dell’opposizione. Sarebbe l’ultima prova di forza per vedere chi all’interno della maggioranza vuole realmente sfiduciare il sindaco. Stando ad oggi, oltre agli 11 consiglieri comunali di opposizione, sono della partita anche i tre di Rinascita di Fonte Nuova e il democratico Roberto Blasi. A loro potrebbero aggiungersi i malpancisti degli ultimi giorni come i democratici Federico Del Baglivo ed Eleonora Panzardi, oltre al presidente del consiglio Agostino Durantini che non ha accettato l’accordo che prevedeva le proprie dimissioni. In questo caso si arriverebbe addirittura a 18 consiglieri su 25 totali, un numero decisamente maggiore dei 13 sufficienti per mandare a casa il sindaco. Ma la storia non si fa con i se e con i ma e tutte le strade sono ancora aperte.
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