di Virginia Gigliotti
Nonostante le indicazioni stradali poco chiare riesco a raggiungere la Villa di Adriano, a Tivoli, sono le 12 e 30, probabilmente l’orario peggiore per visitare il parco, in questa stagione, visto il caldo terribile.
All’entrata è messo a disposizione dei visitatori un comodo parcheggio e subito quindi mi dirigo alla cassa: il costo del biglietto è di 10 euro, 5 ridotto per ragazzi. Ignara della grandezza e della complessità del percorso della Villa decido di non affittare le audio guide.
All’entrata però, nonostante il prezzo abbastanza salato per la visita, non mi vengono fornite le cartine o guide della Villa, così sono costretta a comprarle al bookshop proprio di fianco la biglietteria. La guida che ho acquistato prima di entrare propone tre diversi itinerari, della durata di un’ora, un’ora e mezza e due ore e venti. All’interno del parco non sono presenti dei veri e propri percorsi, perciò il mio consiglio è quello di seguire uno dei itinerari proposti dalla guida, a seconda del tempo a disposizione. La Villa è molto grande e le indicazioni dei pannelli che si trovano all’interno non sono chiare e si rischia di perdersi o di non riuscire a ritrovare le varie strutture.
I tre percorsi comunque garantiscono una visita più o meno completa della villa, o comunque delle sue parti principali. La visita si articola in una lunga passeggiata, perciò è consigliabile indossare scarpe comode e, per lo meno per la stagione estiva, condurre la visita di prima mattina, quando ancora il sole non batte troppo forte, o nel tardo pomeriggio, visto che durante i mesi estivi l’apertura è prolungata fino alle 19 e 30. Complice il caldo torrido il parco di Villa Adriana è quasi deserto, ad eccezione di qualche turista straniero, e il silenzio, insieme al rumore dei propri passi e al cantare della cicale, accompagnano l’intera passeggiata. L’itinerario all’interno del sito conta in tutto 36 tappe, un lungo percorso nel parco, molto faticoso ma allo stesso tempo meraviglioso.
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La visita inizia dal Teatro Greco, posto ai piedi del monte subito a sinistra dell’entrata, purtroppo una struttura mal conservata, ne rimangono infatti solo parte della platea e del proscenio.
Delle recinzioni, che delimitano la zona visitabile, rovinano la visuale e non rendono giustizia ad un luogo di così spiccato valore. Il percorso prosegue spostandosi verso destra con una faticosa salita che però costeggia uno splendido giardino di ulivi che rendono più sopportabile e piacevole lo sforzo fisico.
Prima di entrare però nel vivo della visita, oltrepassando il Muro di Pecile da cui si aprono gli accessi alla villa, decido di rifocillarmi al chioschetto che si trova proprio in cima all’estenuante salita, con bevande fresche e un gelato e poi dare uno sguardo al plastico posto in un padiglione proprio prima dell’entrata per farmi un’idea generale di quella che poteva essere originariamente la struttura della villa. Dopo aver passeggiato tra le rovine dell’edificio con tre esedre, di cui ancora non è stata identificata la funzione, delle piccole e grandi terme, mi dirigo verso il Canopo, forse l’angolo più famoso dell’intero complesso in cui l’acqua è protagonista.
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Tornando indietro dal Canopo mi avvicino alla zona chiamata “dei grandi peristili”, vero e proprio cuore della Villa tra il Pecile e le Terme, da dove, molto probabilmente ha inizio la residenza di Adriano. Dei tre peristili ne fanno parte la Piazza d’oro, il peristilio di Palazzo e il cortile delle biblioteche. Ultima tappa della visita, il teatro marittimo, chiamato anche “La villa dell’isola”, una struttura circolare delimitata da quaranta colonne ioniche che lascia letteralmente senza parole per la sua bellezza. L’incanto è dovuto sicuramente dal ruolo dell’acqua che crea una perfetta armonia.
E’ d’obbligo una breve sosta all’interno sui massi che sono disposti lungo la circonferenza del teatro per ammirare la meraviglia della struttura nella sua perfezione.
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La storia
Villa Adriana fu edificata tra il 118 e il 138 d.C. da Publio Elio Adriano, come riportano i bolli di fabbricazione impressi sui mattoni, sulle pendici dell’antica Tibur, oggi conosciuta con il nome di Tivoli.
Attualmente l’area visitabile della Villa è di 40 ettari, ma originariamente si estendeva per oltre 120 ettari.
L’impero Romano, a capo del quale vi era proprio Adriano, in quel momento godeva del suo massimo splendore, e l’Imperatore, non interessato a nuove conquiste, si dedicò a numerosi viaggi coltivando la sua passione per l’architettura.
Infatti è evidente come le caratteristiche dell’impianto della Villa non corrispondano alle consuetudini architettoniche del tempo, dimostrando così la passione e la competenza di Adriano rispetto all’architettura.
La Villa comprende edifici residenziali, teme, ninfei, padiglioni e giardini che si articolano in una struttura inusuale, collegati tra loro sia da percorsi in superficie che sotterranei.
Durante il Rinascimento Villa Adriana fu oggetto di numerose ricerche e nel 1999 fu dichiarata Patrimonio dell’Unesco.
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