Home Cronaca Mentana, Benedetti: “Nel museo garibaldino c’erano reperti mancanti e in pessimo stato”

Mentana, Benedetti: “Nel museo garibaldino c’erano reperti mancanti e in pessimo stato”

Mentana, Benedetti: “Nel museo garibaldino c’erano reperti mancanti e in pessimo stato”

La gestione del museo garibaldino è al centro delle polemiche politiche a Mentana. Dopo i festeggiamenti all’ex direttore Francesco Guidotti da parte dell’opposizione e di quattro ex sindaci, a dire la sua è l’attuale primo cittadino Marco Benedetti che, invece, ha deciso di cambiare rotta rispetto alla gestione precedente chiudendo la convenzione tra il comune e l’associazione nazionale veterani e reduci garibaldini che appunto si curava del museo.

“Nel mese di luglio – sostiene Benedetti – l’amministrazione ha attivato un progetto di valorizzazione e riallestimento del Museo Garibaldino di Mentana. Le finalità del progetto sono appunto quelle di diffondere la conoscenza dei luoghi della cultura presso tutti gli strati della popolazione e di valorizzare i beni storico-artistici e le risorse del territorio. Per raggiungere questi obiettivi si è proceduto a strutturare un percorso di visita del museo; riallestire in modo ordinato il museo e inventariare i numerosissimi cimeli del museo”. L’amara sorpresa per il sindaco, a suo dire, è che alcuni cimeli storici era tenuti in pessimo stato, oltre all’assenza di oltre trenta cimeli recensiti, invece, dal catalogo del ministero dei beni culturali.

“Si è proceduto – continua il primo cittadino – censendo tutti gli oggetti di pregio storico contenuti nel museo a luglio 2017 e confrontandoli con l’unico catalogo esistente archiviato dal Ministero per i Beni Culturali e Ambiente, risalente al lontano 1995. Da questa operazione, tra i vari risultati, due purtroppo hanno colpito il cuore del nostro orgoglio cittadino: il pessimo stato di conservazione di molti cimeli, tra i quali spiccano negativamente le giubbe rosse; l’incongruenza tra il vecchio e il nuovo catalogo, che indica l’assenza di numerosi cimeli, oltre trenta”. Un’altra incongruenza, inoltre, è stato il ritrovamento di un’altra trentina di reperti senza catalogazione. “Durante i lavori di ristrutturazione dell’ala multimediale -sostiene ancora Benedetti – sono stati rinvenuti, all’interno di un cassetto di una scrivania, oltre trenta reperti archeologici, privi di certificazione che ne indicasse la provenienza, quindi presumibilmente trafugati, attribuibili ad un contesto funerario dell’età romana. In prima battuta abbiamo provato a verificare se i pezzi mancanti fossero stati “prestati” con una procedura errata ad altri Enti per mostre o eventi di tipo storico-culturale, ma non abbiamo avuto riscontri.
A seguito di ciò, l’amministrazione ha immediatamente proceduto ad avvisare le autorità giudiziarie del territorio e a denunciare presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali le discrasie rinvenute. La relazione completa del lavoro svolto e il catalogo degli oggetti mancanti saranno pubblicati nei prossimi giorni sul sito internet del museo”.
Vincenzo Perrone

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