di Gea Petrini
Dopo giorni (e notti) di riunioni, si sono dimessi questa mattina i consiglieri comunali Gianluigi Marini e Veronica Cipriani insieme all’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Nardecchia. Un terremoto per il Comune di Guidonia Montecelio dove ormai sono fuori dal governo tutte le più rappresentative componenti dell’amministrazione così come pensata da Eligio Rubeis nel 2009, quando tra le bandiere la compagine volò alla guida della città. Uno strappo clamoroso, prima del voto sul Bilancio, consumato nella consapevolezza di non poter più legittimare la squadra di Andrea Di Palma rimasta senza numeri, e priva di una visione comune. “Il centrodestra è morto il giorno dell’arresto del sindaco”, dicono i tre esponenti consegnando al facente funzioni la fotografia “di un desolante spettacolo di disarmonia e miopia politica”.
I protagonisti – Eletti con Forza Italia, Marini e Cipriani (lei giovane e alla sua prima esperienza) si sono attestati nel 2014 in pole rispettivamente con 1215 e 1202 preferenze, quarto e quinta della lista. Con il passo indietro dei due consiglieri, attualmente tutti e cinque i primi degli eletti del partito di maggioranza relativa sono fuori dal consiglio (Bertucci) o fuori dalla Giunta (Sassano e Vallati). Non è stata una scelta semplice per il gruppo. A settembre, dopo l’arresto del sindaco, la linea era per lo scioglimento a febbraio per consentire le elezioni a giugno, quando la data fatidica è arrivata ma con uno scenario mutato all’interno al partito, Marini e Cipriani sono rimasti al governo, “subendo” la volontà della maggioranza ma dicendo addio a Forza Italia per entrare nel gruppo misto. Dopo tre mesi un nuovo capovolgimento, ben quattro consiglieri infatti hanno annunciato il voto contrario al Bilancio. A quel punto le tensioni sono diventate palpabili: la componente ha prima avvisato di non avere – a queste nuove condizioni politiche – intenzione di partecipare al consiglio e poi ha tentato di far passare una linea unitaria, uno scioglimento concordato dell’intera coalizione. L’opzione è stata scartata, come quella di far dimettere Di Palma: franata completamente la situazione ecco la decisione di lasciare.
Le parole di Marini, Cipriani e Nardecchia – “Di fronte al desolante spettacolo di disarmonia e miopia politica offerto negli ultimi giorni dal centrodestra guidoniano di cui pur siamo parte integrante, riteniamo indispensabile, per salvaguardare la nostra dignità e quella del nostro gruppo umano e politico, dimetterci dalle nostre cariche. Lo facciamo a malincuore e senza rinnegare i sette anni di questa amministrazione nella quale abbiamo creduto e dei cui risultati resteremo orgogliosi. Solo pochi giorni fa abbiamo consegnato alla città la nuova scuola di Marco Simone che simboleggia e suggella il grande lavoro svolto dal settore Lavori Pubblici di cui ci siamo principalmente occupati in questo biennio. Pensiamo che la crisi politica, a nostro avviso irreversibile, in cui versa da agosto la maggioranza (o quel che resta di essa) avrebbe imposto ben altre decisioni negli ultimi mesi, e alcune le abbiamo ripetutamente proposte. Contro la nostra preferenza si è invece voluto tentare la difficile carta del governo senza sindaco. Abbiamo sperato fosse possibile, anche senza crederci fino in fondo. Dopo solo dieci mesi, ben quattro consiglieri eletti con il centrodestra hanno dichiarato pubblicamente di non voler votare il Bilancio, decretando così la fine ingloriosa della maggioranza uscita dalle urne”.
Senza maggioranza non si può andare avanti – “Oggi siamo certi che non si possa continuare anche senza i numeri e la maggioranza in consiglio. In queste ore abbiamo tentato disperatamente di elaborare o individuare con la coalizione di governo una posizione comune idonea a fronteggiare la nuova situazione, nostro malgrado, alla fine, è prevalsa un’anarchica parcellizzazione di posizioni personali. Rispettiamo le scelte di tutti, ma non ci possiamo assumere ulteriori responsabilità in assenza di una guida globale e strategica del centrodestra che, occorre ammetterlo a posteriori, a Guidonia Montecelio è morto la mattina in cui hanno imposto i domiciliari a Eligio Rubeis”.
Chi entra ora in Consiglio – Oggi stesso una nuova riunione della conferenza dei capigruppo fisserà il consiglio per la surroga dopo le dimissioni di Marini e Cipriani, assise che sarà celebrata già venerdì 3 in prima e il 6 in seconda convocazione (mentre per il Bilancio si aspetta il 13, oltre i tempi imposti dal Prefetto). Il primo dei non eletti di Forza Italia è proprio Giuseppe Nardecchia che quindi sarà protagonista di doppie dimissioni, da assessore e poi come sottolinea il gruppo Cipriani, “diciamo alle menti contorte che si dimetterà anche da consigliere comunale non appena sarà convalidata al surroga”. Già perché nella Guidonia del tutto è possibile in queste ore sono circolate ipotesi di ogni tipo. Invece con la certezza che anche Nardecchia mollerà il banco, entreranno in consiglio comunale Vilma Sinibaldi (487 voti) e Elvira Romano (283 preferenze), quest’ultima è politicamente vicina al consigliere Andrea Mazza che quindi (anche se solo per una manciata di giorni) andrà a rafforzare la propria area politica.
Equilibri – E’ una vera spallata quella del gruppo Cipriani al governo ormai di minoranza guidato da Andrea Di Palma (Ncd), e chissà se decisiva. Parlando di numeri, con l’arrivo dei nuovi consiglieri azzurri la scacchiera non cambia, i quattro dissidenti Sassano, Vallati, Valeri e Cerroni sono e restano determinanti per bocciare (con i nove d’opposizione) il Bilancio e mandare a casa il governo. La matematica è questa, sul piano politico a questo punto il dato è incontrovertibile: la terza città del Lazio nella totale anomalia è senza sindaco e senza governo, tenuta quindi non si sa più su quali interessi.
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