Mario Lomuscio capogruppo del Pd a Guidonia Montecelio, direi di partire da questo. Cosa comporta questo ruolo?
Comporta delle responsabilità significative e importanti. Si tratta di un onore e di un privilegio perché rappresentare un partito che ha forti connotazioni storiche e culturali in una città così importante come Guidonia Montecelio, per chi come me ama la politica, è sicuramente un grande traguardo. Anche se non viene percepito così per quello che oggi è la condizione della politica, per me è un onore.
Lei è diventato capogruppo con l’uscita di Paola de Dominicis. La consigliera, oggi capogruppo dei civici, se ne è andata in contrapposizione con la scelta del Pd di entrare nel governo con i 5 Stelle. Secondo lei il Pd ha fatto tutto il possibile per evitare questo strappo?
Personalmente credo che sia stata una sconfitta per noi e anche per lei. Sono convinto che con il confronto queste situazioni si debbano affrontare e risolvere. Da entrambe le parti si sarebbe dovuto fare qualcosa di più: io ho provato a lavorare per ricucire quello che allora sembrava solo uno strappo e non una rottura definitiva. Poi purtroppo la scelta è diventata invece reale. L’ho detto l’altro giorno, penso che Paola sia una donna politica di sinistra quindi il dialogo c’è stato, c’è e ci sarà. Se abbiamo delle vedute simili sulla concezione della città ci si può ritrovare e confrontare per migliorare Guidonia Montecelio.
Dopo anni di opposizione siete al governo con i 5 Stelle. Un passaggio non facile avvenuto su alcuni punti concreti di condivisione del programma tra cui, ma non solo, il tema ambientale. Come si arriva da questo a un progetto politico di ampio respiro per le prossime elezioni?
Sono convinto che la decisione di partire da punti programmatici, mi riferisco ai 5 temi che lei ha citato, sia la strada giusta per determinare un rapporto saldo e duraturo. Un matrimonio funziona se c’è sintonia e condivisione nella gestione di tutte le cose, dalla più piccola alla più grande e questo lo puoi capire soltanto provandolo. Mi pare di poter dire che questi primi mesi abbiano dato delle risposte positive in un progetto che è nato appunto con molti scetticismi, anche del sottoscritto. Per quattro anni abbiamo anche in maniera dura e puntuale rappresentato tutta una serie di mancanze e la percezione di fronte alla scelta di governare insieme all’inizio era molto critica, era vista in cattiva luce anche nella città. Eppure abbiamo tutti rischiato e provato con coraggio, i risultati oggi ci sono. Non nascondo che la sinergia con la Regione, che ha la stessa declinazione politica, è una caratterizzazione che aiuta molto perché una città di 90mila abitanti deve avere sempre un filo diretto e continuo con gli organi sovracomunali che possano dare risorse a fronte delle scarsità dovute anche al piano di riequilibrio.
A proposito di risultati, vedo che alcuni di voi, nello specifico parlo di lei e del consigliere Emanuele Di Silvio, andate in giro a rivendicare lo sblocco di alcune opere. Mi chiedo, tutto è cambiato da quando siete entrati in scena voi oppure eravate prima troppo critici?
Il Pd non ha la bacchetta magica, non ce l’ho io e nemmeno il collega Di Silvio. Quindi non è una questione di meriti, ma è evidente: la vecchia maggioranza faceva molta fatica ad amministrare per tante ragioni, non ultima quella numerica, l’instabilità si rifletteva nella gestione amministrativa. L’entrata del Pd ha dato respiro e tranquillità quindi ha accelerato un processo che rischiava di impantanarsi. Più si raggiungono buoni risultati e più si procede poi spediti.
Siamo alla vigilia della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale. Il sindaco Michel Barbet ha messo la propria leadership a disposizione della coalizione per le prossime elezioni. Come ha ricordato e sottolineato anche il capogruppo cinque Stelle Matteo Castorino, nella live di Gea Talk, si tratta di un passo inusuale, di generosità politica. A cosa serve questo passo dal suo punto di vista?
Io credo che sia stato un passo di responsabilità e di allargamento a una nuova avventura, a un nuovo progetto politico. E lo sappiamo il Movimento 5 Stelle fino a poco tempo fa non prevedeva neanche la possibilità di fare alleanze. Poi qualcosa è cambiato a livello nazionale, regionale e quindi anche comunale, il movimento ha capito che per governare necessariamente si deve relazionare con altre forze politiche. Quindi credo che quello del sindaco sia stato un gesto di maturità: il movimento di Guidonia è cresciuto politicamente da quel punto di vista. Io faccio sempre l’esempio del 2018, è assurdo che in un comune come Guidonia Montecelio dove governavano non siano riusciti a eleggere un consigliere regionale, a esprimere un candidato…
Sì Lomuscio ma neanche voi del Pd lo avete espresso e eletto.
Lei sa che noi essendo un partito abbiamo una serie di liturgie che ben conosciamo.
Ho scritto che avete ricevuto dei rifiuti da papabili candidati sindaco, non sono stata smentita. Mi sembra che ci sia un po’ di difficoltà a individuare il possibile leader della coalizione. Che caratteristiche dovrebbe avere?
Il candidato sindaco di questa coalizione progressista dovrà essere rappresentativo di tutti. Dovrà avere carisma e capacità di leadership e allo stesso modo ponderatezza nella gestione dei rapporti. Dovrebbe riuscire a dare un valore aggiunto rispetto a quella che è la proposta politica delle liste, quindi una personalità già di spicco con caratteristiche e peculiarità significative da un punto di vista professionale ma, lo dico, soprattutto umano. Guidonia Montecelio, infatti, è una città che ha bisogno veramente di tanta sensibilità umana e sociale perché conosciamo bene la complessità del nostro tessuto. Altro elemento importante è la territorialità: non è una questione di essere del territorio ma di conoscerlo veramente. Barbet ha pagato il fatto di non conoscere bene il territorio perché non aveva esperienze.
Per seguire la linea di un candidato sindaco terzo che proviene dalla società civile, voi consiglieri del Pd che teoricamente avevate tutti il profilo e la possibilità di ambire legittimamente alla candidatura, parlo di lei, del consigliere di Silvio e di Guglielmo, tutti in qualche modo avete fatto la scelta di un passo indietro. Avrete però voce in capitolo nell’indicazione di una rosa di nomi?
Non ho dato una rosa di nomi, ho fornito delle indicazioni sulle caratteristiche della candidatura. Credo che tutti e tre noi consiglieri da questo punto di vista siamo stati molto responsabili: ci siamo messi al servizio del partito e di quella che è una progettualità che deve essere vincente per il bene di Guidonia Montecelio. Anteponiamo questo ai personalismi e alle aspirazioni anche, come diceva lei, legittime. È chiaro che il passo indietro si compie nel momento in cui si capisce che la proposta è migliore di quella che potrebbe essere la candidatura di Mario, di Simone e di Emanuele. Il tema quindi non è che abbiamo fatto un passo indietro, ma che tutti e tre siamo al servizio di un percorso che deve essere convincente. Se la candidatura rispetta quei criteri e garantisce di costruire una alleanza più ampia e pluralista, capace di includere anche il civismo, allora sarà naturale per noi metterci a disposizione di questo progetto. Altrimenti il discorso non è assolutamente chiuso, almeno per quanto mi riguarda, su nessuno dei tre consiglieri del Pd.
Restiamo sul tema della coalizione, Una Nuova Storia è la lista della sinistra?
Una coalizione di centrosinistra come quella che stiamo costruendo deve essere caratterizzata da realtà eterogenee che rappresentino tutta quella popolazione che vuole esprimersi sulla base di proposte concrete e di una visione della città. Una Nuova Storia può incarnare quella parte di sinistra e raggiungere quell’elettorato che il partito democratico ha fatto fatica a raggiungere negli ultimi anni. Quindi credo sia un valore aggiunto sia come proposta politica che come risorsa e ho lavorato affinché ciò si si verificasse.
Arriviamo al civismo. Il polo civico di Cerroni Lombardo sta facendo opposizione accanita a questo nuovo governo Pd 5 Stelle. È di fatto una porta chiusa di dialogo per voi?
Io non ho porte chiuse con nessuno nel senso che il confronto è la base della politica. Però il nuovo polo civico, come si sono chiamati adesso, io faccio veramente fatica a comprenderlo. Sono personaggi politici che hanno rappresentato questo ente, e mi riferisco chiaramente ai vertici, quindi anche ai nomi che ha fatto prima lei, ma ce ne sono altri. Penso alla lista di Aldo: nel 2017 si candidano col Pd, poi rappresentano la segreteria di una forza politica come Italia Viva e quindi francamente fatico a dare una valutazione di civismo di quella compagine. Sono delle persone che si vogliono spendere per il territorio, lo potrebbero fare con i simboli delle loro ideologie politiche, non vedo perché debbano nascondersi dietro una maschera civica, che è tale cioè una maschera. Io non mi vergogno di dire che sono del Partito Democratico, non vedo per quale ragione alcuni debbano dire di fare parte della lista Guidonia Domani e non invece di Italia Viva.
Nel panorama di Guidonia c’è un altro fronte civico che sarà interessante seguire dal punto di vista elettorale. Parlo delle nove liste di Claudio Zarro, avete dei punti in comune?
Con Claudio ci siamo confrontati molto spesso anche da fronti opposti. Abbiamo avuto in commissione posizioni condivise, quindi le dico di sì, ci sono punti in comune. Credo che Claudio debba fare delle valutazioni importanti insieme al suo gruppo perché ritengo possa esserci una sovrapposizione dei nostri programmi elettorali, penso ad esempio all’ambiente e al commercio. So che ci sono delle criticità però poi ci si ritrova facendo sintesi proprio perché ci sono dei valori simili di impostazione sia culturale che sociale. Quindi secondo me va fatto uno sforzo in tal senso, se riuscissimo a fare fronte comune si potrebbero realizzare davvero quegli interventi che reputiamo importanti per la città.
Capisco che l’argomento non sia facile però bisogna parlarne. Com’è la situazione nel Pd? A Guidonia siete commissariati dal segretario provinciale. Dopo questi mesi crede che l’intervento di Rocco Maugliani stia portando risultati?
La situazione non è facile, non solo a Guidonia. I circoli in generale sulla provincia, ma oserei dire in tutta Italia, fanno difficoltà ad esprimersi e a rappresentare gli iscritti, questo anche per la fase sociale che viviamo. Rocco ha fatto e sta facendo un grande lavoro sia interno che esterno, non è semplice e non ci scordiamo che non è di Guidonia e che oltre a fare il commissario fa il segretario provinciale. Ha gestito molto bene tutta la trattativa che ha portato ai cinque punti di governo con Barbet, intanto siamo cresciuti anche politicamente, vedo la crescita dei ragazzi mi riferisco alla giovanile, mi riferisco a una classe politica che può nascere. Dobbiamo trovare un segretario per far ripartire il circolo e il prima possibile, partendo dai temi. C’è una generazione pronta quindi credo che questo passaggio potrà avvenire nel verso giusto.
Da quanto risulta il presidente del consiglio regionale Marco Vincenzi, che è in questi giorni impegnato in un compito importantissimo come delegato regionale per l’elezione del Presidente della Repubblica, sta svolgendo un ruolo di primo piano nella ricerca del candidato sindaco di Guidonia. Questa attenzione secondo lei è dovuta al fatto che Guidonia è rilevante nelle dinamiche regionali del Pd o perché siamo di fronte a un totale depotenziamento della classe dirigente locale?
Ma io ringrazio innanzitutto il presidente Vincenzi perché si è messo a disposizione nostra: negli ultimi mesi ci siamo visti davvero tante volte per parlare di politica ma soprattutto di temi. Ha dato, e con lui Leodori e i consiglieri regionali, risposte significative concrete e quindi credo che innanzitutto vada appunto ringraziato per l’azione che si sta mettendo in piedi. Per quanto concerne la scelta del candidato sindaco, anche questo può essere un valore aggiunto nel senso che se il presidente del consiglio regionale si mette a disposizione del partito locale per individuare il candidato, è un’ulteriore carta da poterci giocare quindi è sicuramente un vantaggio.
Arriviamo a lei. Si ricandiderà al consiglio comunale?
Sono al servizio del partito: è chiaro che la politica e l’amministrazione mi piace, ho una professione impegnativa che devo bilanciare. Il mio percorso politico proseguirà sotto che veste lo vedremo, io sto al servizio del progetto.