Un’oligarchia tiene in mano Guidonia: sindaco, qualche assessore e i vertici burocratici esautorano la maggioranza cinque stelle che ha perso ogni contatto con la vocazione originaria del movimento. Con l’amarezza racconta la parabola dell’amministrazione, la consigliera Loredana Terzulli, fuoriuscita dal governo locale insieme a Claudio Zarro. Presidente della commissione Risorse Umane, Terzulli ammette “la scelta è stata durissima” ma ora sopporta le conseguenze. Prima le pressioni politiche di Michel Barbet per farla rientrare che non hanno sortito effetto in una settimana di incontri e telefonate. “Non hanno proposto nessuna soluzione e io non sono solo un braccio per votare”. Così si è arrivati alla fase due, quella del mobbing politico che trova l’apice giusto questa mattina. È prevista infatti nella sede del palazzo comunale, una conferenza di presentazione del secondo turno dell’alternanza scuola lavoro, i ragazzi faranno uno stage al Comune. L’iniziativa, partita l’anno scorso con il polo didattico Majorana Pisano, è stata curata e voluta dalla Terzulli insieme alla commissione del personale. Barbet venerdì l’ha convocata, comunicandole che non sarebbe stata lei a presentare i ragazzi. Uno smacco istituzionale frutto di un clima pessimo. “Sono rimasta impietrita”, dice la Terzulli che la vive – per essere chiari – come una ritorsione politica bella e buona.
Cambi di assessori, l’accentramento delle decisioni nelle mani del sindaco
Ma d’altronde l’aria che tira è questa, e la consigliera spiega le ragioni che l’hanno condotta allo strappo. “Le scelte politiche e amministrative non passano dalla maggioranza, come dovrebbe accadere visto che i consiglieri sono eletti dai cittadini”. Le figure che fanno e disfano sono poche, il sindaco Barbet, alcuni assessori e figure apicali della macchina amministrativa. Persino gli spostamenti del personale, “sono stati decisi dal sindaco e dalla segretaria generale che stanno accentrando le decisioni”. Il settore delle risorse umane è stato bersagliato dalle criticità. “Quattro assessori in due anni e mezzo, un anno senza copertura, l’area poi non ha mai avuto il dirigente perché divisa con altri. Una forte instabilità che porta alla mancanza di linea che invece l’amministrazione dovrebbe avere”.
Il caso Calì è la goccia finale
Da mesi montavano malumori che la Terzulli ha condiviso con la maggioranza e il sindaco senza però scaturire alcuna reazione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la cacciata dal palazzo dell’assessore al personale Adriana Calì. “Le sono state imposte le dimissioni, una decisione presa dal sindaco, visto che molti consiglieri erano contrari. È stata una perdita per l’amministrazione, una scelta compiuta senza alcuna ragione”. La stessa presidente di commissione ne era all’oscuro, “ma troppe cose ho dovuto votare – dice – di cui non ero a conoscenza”.
“A Guidonia i 5S non esistono”
Visto il clima, la Terzulli teme che la maggioranza possa bloccare i progetti in cantiere. Diverse le iniziative messe in campo dalla Terzulli e la commissione: i regolamenti comunali, l’organizzazione dei volontari, la giornata della polizia di Stato, l’evento a teatro sul cyberbullismo, il protocollo con l’associazione nazionale carabinieri. “Io continuerò dai banchi dell’opposizione a votare il programma dei cinque stelle, ma dobbiamo sapere che i cinque stelle a Guidonia non ci sono. Non c’è meritocrazia, troppi personalismi, una delusione. Le persone che lavorano non vengono messe in evidenza e poi ci sono quelli completamente assenti. È mancato il ruolo del capogruppo, non è dando ragione senza poi fare niente che si svolge quel compito. Mi auguro che l’amministrazione si dia una mossa, non c’è coraggio, volevamo dare uno scossone e invece si è visto poco a causa del sindaco e di pochi altri”.
Gea Petrini
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