“Cambiamo pagina con un progetto di riconversione delle cave”. Il vicesindaco Davide Russo, che nell’esecutivo cinque stelle di Guidonia Montecelio ha la delega allo sviluppo, interviene dopo l’assemblea dei sindacati che ieri ha mobilitato 200 lavoratori del settore estrattivo in vista di uno sciopero imminente. Il Comune non rinnova le autorizzazioni, le aziende chiudono e i dipendenti vengono licenziati. Una crisi per la quale i sindacati a gran voce pretendono risposte dal Comune invece di ostacoli e “rigidità”. Russo ora pone sul tavolo la prospettiva della riconversione che richiede tempi lunghi, diversi interlocutori istituzionali a fronte di una crisi che vive invece nell’immediato.
“L’assessorato allo sviluppo economico ha organizzato quindici giorni fa un incontro con le imprese del settore estrattivo dal titolo pratiche e prospettive di sviluppo del travertino romano. All’incontro erano presenti oltre agli imprenditori anche il Centro per la valorizzazione del travertino romano, Unindustria e le organizzazioni sindacali. Abbiamo ascoltato tutte le criticità che stanno incontrando gli imprenditori – spiega Russo – riguardanti le autorizzazioni da parte degli uffici comunali e le preoccupazioni da parte delle organizzazioni sindacali per il futuro dei lavoratori”. In quella sede ne è scaturito l’impegno del sindaco Michel Barbet “a fare delle verifiche e io in qualità di assessore allo sviluppo e rilancio economico ho proposto un progetto di sviluppo partecipato con l’obiettivo di rilanciare il settore. Al centro del dibattito la responsabilità etica e sociale da parte delle imprese nei confronti del territorio, dell’ambiente e dei lavoratori. Cambiamo pagina”.
Ma proprio le mancate risposte dopo quell’incontro hanno generato la protesta dei lavoratori. “Puntiamo a riqualificare questo territorio – dice adesso il vicesindaco Russo – pensando al futuro e ad un progetto di riconversione delle cave prendendo esempio da alcuni paesi europei. Immagino dei teatri e dei musei del travertino, immagino dei parchi naturalistici, immagino l’utilizzo delle acque solfuree”. Ma per l’utilizzo delle acque il Comune dovrebbe richiederne la concessione, passo che – a conti fatti – non sta compiendo. Tant’è che Russo vede a Guidonia nelle cave “luoghi di attrazione turistica e culturale. Con i fondi europei si potranno realizzare interventi di sviluppo sostenibile e riqualificare i lavoratori. Non vogliamo chiudere le cave anzi vogliamo realizzare insieme agli imprenditori e ai lavoratori un nuovo percorso. Il travertino romano è storia. La storia non deve essere ritombata, la storia va raccontata. È un progetto a medio e lungo termine, a breve un nuovo incontro per proporre un nuovo disciplinare. I tecnici sono a lavoro da giorni”. Pianificare la riqualificazione ha bisogno però di tempi lunghissimi e serve intanto una soluzione nell’immediato, un progetto concreto e realizzabile per il medio periodo, mentre per il lungo periodo un piano di area vasta all’interno del piano regionale delle attività estrattive, che già definisce il distretto industriale del travertino romano come area di interesse sovracomunale. Di tempo, d’altronde, hanno detto ieri i sindacati a chiare note, non ce n’è più: le imprese chiudono i battenti e i lavoratori si ritrovano a casa.
Gea Petrini
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