La rappresentanza a tutte le forze politiche che si sono spese per il progetto e per la nascita del primo governo civico di Guidonia Montecelio. Questa sembra essere la leva sulla quale spinge il sindaco Mauro Lombardo nelle ore che vanno a determinare gli assetti dell’amministrazione. La data del 14 luglio con la convocazione del primo consiglio comunale è il giro di boa che consegnerà alla città il volto del civismo targato Lombardo. Il sindaco lavora per presentarsi a quell’appuntamento con un quadro di massima, se non sarà la Giunta al completo ci sarà di sicuro un nucleo di assessorati chiave sui quali preme l’urgenza di appuntamenti amministrativi non rinviabili. D’altronde nel tipico clima caldo delle estati politiche della terza città del Lazio, il sindaco non ha alcuna intenzione di perdere tempo assillato come è dall’idea di volere cominciare subito a incidere. La composizione del quadro è matura in attesa di definire alcune variabili che saranno affrontate nelle riunioni previste in questi giorni.
Il criterio di fondo sul quale si basa Lombardo nella definizione degli assetti – come si diceva – è garantire una rappresentanza a ogni formazione impegnata nell’avventura civica. Questo tradotto vuol dire che sul tavolo ci sono otto postazioni da riempire con i nomi indicati dalle liste, sette assessori più il Presidente del consiglio comunale. L’incarico del Capo di Gabinetto che andrà a Aldo Cerroni non è stato nemmeno messo in gioco: l’altro fondatore entra da tecnico ed è di fatto fuori quota. Se ognuno deve avere una rappresentanza significa che l’esecutivo di Lombardo terrà conto di tutti a prescindere dalla percentuale di lista. Ecco perché la numero due del governo sarà Paola De Dominicis (retta solo da Rocco Cisano), e entrerà anche Michela Pauselli sostenuta da Mirko Sotorino, una delle ultime della coalizione. Due invece gli assessorati per Guidonia Domani che vive nella scissione interna: il gruppo Cerroni con Mauro De Santis e Francesca Valeri indicherà Cristina Rossi, mentre l’area di Paolo Della Rocca capitanata da Maurizio Remoli ha il nome di Stefano Salomone. Giorni non semplici per Cerroni che si è trovato con i due nomi esterni di Della Rocca schizzati in pole dentro casa sua, e le indiscrezioni riportano di maretta anche interna per i risultati non appaiati tra De Santis e Valeri. Intanto Il Biplano che è la prima lista della coalizione avrà un solo assessorato quello di Mario Proietti (farà entrare così in consiglio Veronica Cipriani), che i retroscenisti danno ai Lavori Pubblici. Una sicurezza per Lombardo, non solo per la competenza di Proietti ma per l’idea di continuità con il lavoro che per anni in quelle mura ha portato avanti Ernelio Cipriani, figura politica che ha lasciato una traccia indelebile in città di buona amministrazione. Per ovvie ragioni in teoria al Biplano andrebbe anche una seconda casella che il sindaco però è pronto a sacrificare per agevolare l’ingresso in Giunta di un nome indicato dal partito democratico in base a uno schema in corso di definizione in queste ore e che vede le ipotesi di un tecnico o dell’ex candidato sindaco Alberto Cuccuru come le più papabili. Se la Presidenza del consiglio comunale andrà a Erik D’Alisa dell’Onda, resta una sola postazione libera in Giunta per la lista Città Nuova. Una parte del puzzle che il sindaco ancora deve sistemare visto che all’interno ci sono due componenti diverse. L’area di Andrea Mazza da una parte e quella di Michele Venturiello con Arianna Cacioni dall’altra: una lista che è stata determinante per la vittoria di Lombardo. Qui ci sono i nodi da sciogliere e se non si troverà la sintesi, l’intero quadro sarà a rischio tenuta.
Una panoramica complessiva che a ben vedere per il momento non preoccupa però il sindaco che ha sottolineato ai più vicini la volontà da parte di tutti di ragionare nell’ottica di squadra. Se così davvero è si capirà nei prossimi giorni, intanto Lombardo si prepara al primo consiglio comunale. Il sindaco è orientato a imprimere il più possibile la marcia sul fronte della buona amministrazione, un paradigma che certo andrà declinato con i fatti e con le scelte. Per riuscirci sembra pronto a un atteggiamento il più possibile inclusivo con le forze di minoranza, al netto del Pd che è già considerato in squadra. Al di là degli steccati ideologici come ripete senza sosta da mesi. Che non ci siano le premesse per trovare numeri in aula sui singoli provvedimenti in maniera ancora più ampia? Inutile dire che in questo senso gli occhi sono puntati su Fratelli d’Italia. Il partito oggi all’opposizione è quello che fuori confine Lombardo vede più vicino alle sue idee, considerati anche gli ottimi rapporti con lo stesso capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida. Se ci saranno le ostilità o un clima di collaborazione lo decideranno i consiglieri: Adalberto Bertucci, il leone della destra che tornerà nell’arena si immagina nelle vesti di capogruppo al fianco di Augusto Cacciamani. Bertucci non ha risparmiato aspri attacchi a Lombardo durante la campagna elettorale, mentre più pacati sono sembrati i toni del coordinatore di FdI Mario Pozzi. A loro la definizione di una linea politica unitaria nei confronti di un governo in cui Lombardo potrebbe puntare ad assomigliare sempre più al Mario Draghi della terza città del Lazio.