Quasi ipnotici, i progetti di cultura ambientale. Stimolanti per l’immaginazione, cosa saranno e perché, come un mistero. Ma importanti al punto che avrebbero dato vita a un giro di denaro all’Ambiente. Sono al centro di uno dei due atti finiti nell’inchiesta che accende i riflettori sul settore dei parchi e giardini. In sostanza, per farsi pagare le fatture dal Comune a fronte di un lavoro (quale sia è da chiarire), i privati devono sborsare soldi. Questo emergerebbe dal quadro che ha portato l’altra mattina la Finanza a perquisire case e uffici.
In quattro risultano indagati per corruzione, il dipendente M.M. di Villalba, istruttore amministrativo all’Ambiente, il dirigente Gerardo Argentino per aver vistato gli atti e due imprenditori. Il primo episodio sarebbe avvenuto il 10 ottobre: in quel giorno il rappresentante di una ditta avrebbe consegnato al dipendente M.M. (che è a processo per un’altra inchiesta sulle spese folli in Comune insieme ad altri, anni 2007-2009), 3.700 euro. Soldi che secondo gli inquirenti sarebbero il corrispettivo per aver preparato la determina firmata dal dirigente Argentino il 23 giugno scorso con cui si è dato il via libera al pagamento di 47.500 euro per l’azienda. I progetti di cultura ambientale sono l’oggetto dell’atto che prende vita in realtà il 14 dicembre del 2015. Quel giorno il settore mette nero su bianco la volontà di “sensibilizzare i cittadini al recupero ed alla valorizzazione dei centri urbani” attraverso appunto progetti mirati ma non specificati. Si individua la ditta e si impegnano 47.500 euro, iva al 10% inclusa. Ma succede un pastrocchio. Il 22 dicembre l’azienda emette fattura, ma il Comune si era sbagliato a indicare l’aliquota iva che non è al 10 ma al 22%. Così il 23 giugno arriva l’altro atto, con il quale si sistema il pasticcio dell’iva, dando per buona la nuova fattura emessa dall’azienda giusto il giorno stesso: con l’iva al 22% questa volta, ma sempre 47.500 euro fa. Secondo gli inquirenti per oleare l’atto di giugno, sarebbero serviti 3.700 euro, consegnati appunto all’istruttore amministrativo dell’Ambiente, M.M., il 10 ottobre.
Stessa dinamica – più o meno – per un altro episodio che andrebbe a sostanziare lo scambio corruttivo. Questa volta è il 16 settembre, quando il capo di un’altra azienda avrebbe consegnato sempre a M.M. 4.850 euro per ottenere il pagamento di fatture emesse dalla stessa società ai danni del Comune, attraverso la pubblicazione delle relative determine da parte di Argentino. Il dirigente, come ha spiegato il suo avvocato Carmelo Tripodi, chiederà di essere ascoltato al più presto dal pubblico ministero. Nessun commento invece per ora da parte dell’avvocato Vittorio Messa, legale del dipendente.
Gea Petrini
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