Venerdì 23 novembre, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne che sarà celebrata in tutto il mondo domenica 25 novembre, la Asl Roma 5 scende in campo con l’obiettivo di far conoscere il percorso e le azioni fin qui realizzate. La fitta rete di collaborazioni tra servizi e istituzioni, nate con l’intento di abbattere il muro della paura e per informare le vittime, dà il segnale di forte presenza sul territorio e lancia il messaggio che “Dalla violenza insieme si può uscire”.
L’HASHTAG scelto è #RIPARIAMOCIDALLAVIOLENZA
Gli eventi in programma venerdì 23 novembre 2018:
Ore 11.00 – Sarà inaugurata una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza, presso ogni Presidio ospedaliero aziendale (Tivoli, Colleferro, Monterotondo, Subiaco, Palestrina e presso il Presidio di Palombara e la Casa della Salute di Zagarolo). Saranno inoltre predisposti gazebo per la distribuzione del materiale informativo con un operatore a disposizione.
Porte aperte nei consultori: in ognuno dei 13 consultori aziendali un operatore sarà dedicato esclusivamente all’attività di informazione contro la violenza.
IL COMMENTO
“Dobbiamo abbattere il muro della paura e far sapere alle vittime che le istituzioni ci sono, stanno lavorando e cercano ogni giorno di perfezionarsi per affrontare insieme le situazioni di violenza– dice il commissario straordinario della Asl Roma 5 Giuseppe Quintavalle –Le situazioni di violenza vanno intercettate e gestite con competenza e professionalità. Come ho già detto in più occasioni si deve puntare molto sulla formazione degli operatori che deve essere permanente e continua perché il problema è continuo – aggiunge Quintavalle – È anche importante lanciare e rilanciare iniziative di sensibilizzazione e informazione. La violenza è un problema culturale e dobbiamo agire ed intervenire sull’educazione dei ragazzi attraverso il coinvolgimento attivo di tutte le scuole. Il 23 novembre noi tutti saremo impegnati a dire “no” alla violenza, a lanciare il messaggio che “Insieme” se ne può uscire e il nostro impegno sarà simbolicamente rappresentato dalla presenza in ogni nostra struttura ospedaliera di una panchina rossa. Ma il nostro lavoro prosegue e deve proseguire ogni giorno. Le iniziative in corso presso il territorio di pertinenza della Procura di Tivoli e della Asl Roma 5 partono da lontano e seguono un percorso condiviso in una logica di sinergia e di rete, che rappresenta lo strumento fondamentale per aggredire il fenomeno. Si tratta di un impegno concreto nato e rafforzato dalla firma il 29 novembre del 2016 del Protocollo di intesa tra Asl Roma 5, Procura della Repubblica presso Tribunale Tivoli guidata da Francesco Menditto, Ordine Psicologi del Lazio, Consiglio Ordine degli Avvocati di Tivoli e Camera Penale di Tivoli mirato alla realizzazione di un “Sistema integrato di protezione delle vittime di reato, in condizione di particolare vulnerabilità e di violenza di genere”. Queste collaborazioni hanno portato anche all’apertura il 16 gennaio del 2017 dello “Spazio Ascolto e Accoglienza vittime di reato, in condizione di particolare vulnerabilità e di violenza di genere”, primo nel suo genere in tutta Italia, attivato all’interno della Procura di Tivoli. Un progetto che è stato definito il “Modello Tivoli”. Occorre però agire su più fronti, sulla formazione, sugli uomini, sui giovani. I nostri ragazzi devono capire che le donne vanno rispettate, in una logica di rispetto reciproco, e che la violenza non è mai lo strumento da utilizzare in nessuna circostanza. Davanti ai casi manifesti dobbiamo assolutamente continuare a lavorare per costruire ed allargare questa rete, grazie alla Procura, alle forze dell’ordine, alle scuole, ai Pronto Soccorso, alle case rifugio, agli Sportelli anti violenza… per poter intercettare il bisogno di aiuto attraverso strumenti di tutela in tutti i casi di violenza, non solo quella fisica. La violenza si esprime in tanti altri modi passando da quella psicologica a quella economica e sociale. Non dimentichiamo i minori. Dobbiamo lavorare per dare vita a protocolli mirati. I minori subiscono violenze dirette e indirette e c’è la violenza del dopo, l’allontanamento dal tetto, a volte dal padre, e non sono in grado di metabolizzare quanto vivono. I minori vanno seguiti, protetti, tutelati. Ringrazio poi – conclude Quintavalle – quanti stanno partecipando al Tavolo interistituzionale, nato dalla firma del Protocollo di Intesa, perché grazie a tutti loro sarà realizzato il primo “Manuale di Procedure condivise”. Sono soddisfatto di quanto si sta facendo, è estremamente positiva l’apertura degli Sportelli antiviolenza e mi auguro che in futuro ne vengano aperti altri”.
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