Roma affronta l’emergenza inviando i rifiuti a Guidonia Montecelio e Albano. Così via dell’Inviolata tra buche e detriti, che qualcuno toglierà, sarà presto transitata dai camion carichi di immondizia romana pronta per essere smaltita nel Tmb gestito da Guidonia Ambiente srl. L’ipotesi incombe da anni mentre l’impianto messo in piedi dalla società nella galassia del patron dei rifiuti Manlio Cerroni è rimasto bloccato senza mai accendersi in una serie di intoppi legali e poi tecnici anche relativi a via dell’Inviolata, la strada di accesso che oggi è un percorso intransitabile tra voragini e cumuli di detriti, discariche abusive.
Aule di tribunale, pronunciamenti del Tar, pareri del ministero, una rete fitta di azioni e contromisure che ha visto l’ex sindaco Michel Barbet provare anche un paio di ordinanze per mettere fuori gioco la strada di accesso, atti che poi però i giudici amministrativi hanno tolto di mezzo. Guidonia Ambiente srl ha richiesto di sistemare la strada fino all’accesso dell’impianto a proprie spese. Questo a dicembre scorso (ultimo tentativo ma non il primo), una istanza avanzata alla Città Metropolitana e che gli uffici della ex provincia hanno rigettato vista la complessità della situazione allora pendente, tre giudizi tra Tar e Consiglio di Stato anche sul parere negativo rilasciato dal Ministero in merito ai lavori. Un guazzabuglio formale, a fronte di una chiarezza estrema invece dettata dalla natura dell’impianto e dai suoi numeri. Il Tmb di Guidonia Montecelio a due passi dalla discarica dell’Inviolata (a bocca di discarica si dice) è un impianto capace di trattare 190mila tonnellate di rifiuti l’anno. Una dimensione che di per sé è una dichiarazione di intenti. Un investimento oltre i 50 milioni di euro per la società privata che l’ha realizzato con un progetto che superava di tanto il fabbisogno della città ospitante quindi in origine. In tempi in cui la raccolta differenziata ancora non era ai livelli di oggi. Perché mettere in funzione un impianto di quella portata se non a pieno regime? A chi converrebbe? A nessuna impresa. Su questo dato di logica si è giocato per anni, i favorevoli all’impianto a dire che però non sarebbe mai accaduto, i contrari tacciati di essere le solite cassandre catastrofiste.
La realtà oggi dà vita a quei numeri. Roma dopo l’incendio di Malagrotta è in piena emergenza, anche se i cittadini, i romani che vivono la città ogni giorno non si sono mai accorti della differenza. L’emergenza dura da anni, la città è sporca, piena di rifiuti in strada e adesso ostaggio di incendi sempre più gravi come quello che sabato ha colpito pesantemente il parco di Centocelle. Proprio per parlare degli incendi i maggiorenti romani, sindaco Roberto Gualtieri in testa, sono stati dal Prefetto. Gualtieri da qualche settimana sta portando avanti la tesi della costruzione di un termovalorizzatore di ultima generazione a Roma, ma intanto? La linea l’ha ribadita l’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi dopo la riunione. “Nel vertice di oggi in prefettura si è parlato anche dei rifiuti. Anche perché l’incendio di Malagrotta ci porta ad avere di nuovo una grandissima emergenza nella città. Inoltre zone come questa area di Centocelle andrebbero bonificate, ma è difficile farlo se non sappiamo come gestire i rifiuti che vengono prodotti normalmente. Nel vertice è stato quindi riconfermata la riapertura degli impianti Albano e dell’attivazione del Tmb di Guidonia”. Poche e chiare parole che tracciano il percorso battuto sui tempi dell’emergenza e che passerà dalla nomina dei commissari straordinari da parte del prefetto per aprire anche i cancelli del Tmb. Un epilogo che scuote la città che si ritrova a subire le scelte della Capitale. In un quadro nel quale l’accensione dell’impianto aprirà ulteriori possibilità di evoluzione in ambito industriale con i relativi risvolti ambientali. È di febbraio scorso la richiesta da parte della Buzzi Unicem di rivedere l’autorizzazione ambientale per utilizzare i combustile derivato dai rifiuti al posto del combustibile fossile. Il css (combustibile solido secondario che è la versione aggiornata del cdr) è prodotto dalla lavorazione del Tmb che separa i rifiuti producendo appunto css che va poi smaltito, bruciato, in misura minore fos, e in piccola percentuale materiale per il riciclo. Al di là della contingenza sul rilascio di questa variazione nell’autorizzazione, il colosso del cemento e del calcestruzzo per la prima volta nella sua storia a Guidonia Montecelio ha posto l’eventualità sul tavolo. Già lo fanno altrove e la classificano come una scelta a minore impatto ambientale per il territorio: meglio il derivato dai rifiuti che il carboncoke, questa è la tesi che sul piano scientifico però ha interpretazioni divergenti. Una polveriera di incognite per Guidonia dove, intanto, niente di concreto è stato fatto per procedere con la bonifica della discarica dell’Inviolata, chiusa ma rimasta lì a colare veleni (chissà se fuor di metafora). Questo è il contesto in cui arriveranno i rifiuti romani per l’apertura del Tmb. E che il neo sindaco civico Mauro Lombardo si trova adesso a gestire.
“Ho letto con preoccupazione le notizie sull’eventuale apertura dell’impianto e ho immediatamente attivato i canali per avere informazioni ufficiali”. La priorità del sindaco adesso è che la voce di Guidonia Montecelio sia ascoltata con pari legittimità rispetto a quella degli altri interlocutori. “Proprio domani ho un incontro con il prefetto che era stato già fissato per altre ragioni – spiega Lombardo – e approfitterò di questo incontro istituzionale per porre la questione e avere rassicurazioni”. Le esternazioni della Alfonsi non sono passate inosservate per la forma e la sostanza, “sono stupito e irritato che l’assessore di un altro Comune proponga la soluzione a una loro emergenza sulle spalle di un’altra città”. Lombardo è netto nel dire che “i rapporti di buon vicinato tra Roma e Guidonia Montecelio non partono bene”. Il sindaco è fermo nel contestare con forza l’idea che si possa utilizzare la terza città del Lazio come ricettacolo dei problemi della Capitale: “Non ci faremo trasformare nella periferia della periferia di Roma, chi ha prodotto criticità così forti nel ciclo dei rifiuti non può pensare di scaricare i problemi su Guidonia Montecelio, sarebbe gravissimo”. Questa è la prima battaglia.