Acuta, intelligente e con un profilo di grande sobrietà che nell’epoca urlata dei social, delle tempeste grilline cieche, non si può che apprezzare ancora di più. Laura Alessandrini è nella maggioranza cinque stelle, mai sotto i riflettori, lavora, osserva, e si tiene in disparte dall’arena, dove però (giusto per parafrasare Games of Thrones) non danzano draghi. Le indiscrezioni sulla politica di governo di Guidonia Montecelio però quando arrivano a lei non sono nulle, neutre, assenti come per altri colleghi di maggioranza. Insomma, la Alessandrini anche se non si vede, c’è. Ed è portatrice di una linea, sui temi amministrativi e su quelli più squisitamente politici. Il preambolo non è di maniera, ma serve a inquadrare il personaggio. Centrata, equilibrata, ferma, Laura Alessandrini secondo i rumors avrebbe mostrato indignazione per la gestione degli ultimi capitoli in casa cinque stelle, nelle stanze del governo della città. Il caso di Davide Russo, il doppio incarico, gli attacchi personali volati senza pietà tra le quattro mura delle riunioni, lo scontro con i dissidenti, il ruolo in particolare di Angelo Mortellaro e Laura Santoni che minacciano l’uscita al gruppo misto, l’indecisione del sindaco che prima voleva Russo fuori, poi lo ha difeso, e ora di nuovo gli ha chiesto di andarsene, le astensioni, gli attacchi, non basta il fiato per raccontarlo. Un clima che non piace alla Alessandrini, metodi che le sono lontani. Tanto che la consigliera starebbe maturando, se non ci sarà un cambio di rotta, un possibile passo indietro. Un rischio che Michel Barbet non può correre.
[parentesi quadra] è a cura di Gea Petrini
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