Home Cronaca Il regolamento per la Rocca Pia non basta. Il Comitato rilancia: “Assemblea pubblica”

Il regolamento per la Rocca Pia non basta. Il Comitato rilancia: “Assemblea pubblica”

Il regolamento per la Rocca Pia non basta. Il Comitato rilancia: “Assemblea pubblica”

Il regolamento per stabilire quale sarà il futuro della Rocca Pia non basta, parola di Comitato. Torna a farsi largo tra il monopolio (legittimo) del coronavirus la questione delle Torri cittadine e della loro sorte. A chiedere di nuovo una posizione chiara e precisa è il Comitato, che di questa vicenda ne ha fatto una ragione di vita. La questione è semplice: la fortezza deve restare nelle mani del Comune o, per essere più precisi, la gestione non può che essere pubblica. Lo spettro dell’affidamento ai privati, con il FAI (che ha già le chiavi di Villa Gregoriana) in cima alla lista, va quindi allontanato senza sé e senza ma. Un’ipotesi che invece pare non essere mai tramontata, come dimostrerebbe l’incidente di comunicazione che qualche settimana fa ha visto il sindaco, Giuseppe Proietti, e gli attivisti presentare due diverse versioni dei fatti accaduti nel corso della stessa riunione. Nel frattempo c’è stata la Commissione Cultura e venerdì prossimo una riunione del consiglio comunale che ha la querelle tra i punti all’ordine del giorno. Anzi, per essere precisi, c’è il regolamento per l’organizzazione e il funzionamento della Rocca Pia. “Perché in Commissione Cultura ci si limita a portare 2 paginette di “Regolamento” e non si ascoltano gli importanti suggerimenti che arrivano da più parti? Perché si evita di portare all’attenzione dei consiglieri gli indirizzi programmatici ed economici che l’Amministrazione intende perseguire? La Rocca Pia è un Bene Pubblico, appartiene a tutti noi”, fanno sapere dal Comitato preoccupato per la mancanza di visione politica, tanto da ipotizzare una strategia del primo cittadino che porti alla gestione privata come unica soluzione. “Limitarsi a un biglietto di ingresso e a un semplice regolamento equivale ad attendere un fallimento annunciato. Potrebbe sembrare che il Sindaco così procedendo voglia dimostrare la tesi che la gestione di qualche fondazione privata sia da preferirsi a quella pubblica. Ci auguriamo che questa ipotesi non abbia fondamento – continuano -. Non intendiamo considerare nemmeno lontanamente che il Sindaco di Tivoli, massimo rappresentante della nostra comunità, massimo responsabile della gestione della Res Publica, presa la decisione di gestire direttamente il monumento simbolo della Città, si faccia paladino di una qualsivoglia gestione affidata a terzi”. Proprio per questo nelle prossime settimane sarà organizzata un’assemblea pubblica con gli operatori del settore. La battaglia continua. alc.

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