Il procedimento adottato dalla Regione Lazio sul fronte delle autorizzazioni alle cave resta in piedi, nessuna sospensione, il Comune di Guidonia Montecelio perde in fase cautelare. Con un’ordinanza ieri il Tar ha respinto la richiesta del Comune che esce sconfitto ancora una volta nella battaglia contro il settore estrattivo. Il tribunale amministrativo ha dato ragione alle scelte degli uffici della Pisana e di conseguenza alle aziende. Cinque ordinanze, tutte con lo stesso esito: bocciata la linea dell’amministrazione cinque stelle portata avanti dalla dirigente Paola Piseddu. Al centro della contesa l’iter delle autorizzazioni alle attività estrattive, diventate da un anno piatto rovente della politica della terza città del Lazio. Quello scontro, per intenderci, che ha portato gli operai in piazza per settimane, i politici scortati di notte, gli striscioni sulla balconata bianca.
Corsi e ricorsi. Proprio durante uno dei tavoli di confronto avviati tra Comune e aziende a inizio del 2018, dagli uffici della Piseddu arrivò l’atto frontale, così valutato, in tempo di tregua. La Giunta guidata da Michel Barbet, infatti, su indicazione della Piseddu diede il via libera a una serie di ricorsi contro la Regione Lazio, accusata in sintesi di non aver seguito le norme, quando aveva deciso di non sottoporre a una nuova valutazione d’impatto ambientale alcune autorizzazioni di cave. Il Comune cioè nell’organo esecutivo, su volere della dirigente, ha deciso di impugnare quegli atti con cui la Regione escludeva, in base a dei criteri oggettivi, alcuni procedimenti dalle verifiche, e di farlo davanti al Presidente della Repubblica. A quel punto le aziende hanno optato per il ricorso al Tar, e i giudici amministrativi hanno esaminato quindi ieri in fase cautelare le carte, definendo il ricorso del Comune come “non assistito da adeguato fumus iuris tenuto conto della procedura adottata dalla Regione nel rispetto della normativa vigente”. Insomma, un flop.
Il Palazzo fibrilla. Intanto nel Comune l’aria è tesa più che mai. I cinque stelle sono alle prese con i cambiamenti alla macrostruttura dell’ente, che come da tradizione è uno degli snodi critici per la convivenza delle anime di una maggioranza. Si tratta cioè della ridefinizione dei settori, accorpamenti possibili, spostamenti di dirigenti e funzionari, l’organizzazione della macchina amministrativa. Passaggio che crea maretta tra chi ha diverse visioni della struttura. Ma alcune mosse sono state cristallizzate. Se il neo segretario generale Livia Lardo è la responsabile dell’anticorruzione comunale, il sindaco Barbet, con un decreto, ha nominato Carola Pasquali dirigente amministrativo attingendo alla graduatoria esistente. Alla neo dirigente viene affidata “temporaneamente” l’area III, quelle delle attività produttive, tolte quindi alla Piseddu, che resta all’Ambiente. La collocazione temporanea, specifica la nomina, è in vista “della nuova organizzazione”, anche se in base a quanto dicono i bene informati, la Piseddu non dovrebbe tornare in quel settore neanche con la nuova mappa sulla quale però non si trova la quadra. Lo scontro in atto è sulla sorte dell’ambiente e dei lavori pubblici che una parte del movimento di governo vorrebbe accorpare mentre un’altra parte non vorrebbe saperne. Una matassa da sbrogliare.
Gea Petrini
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