Ci sono file con lo stesso nome, pezzi di carta che mancano, un’assenza di comunicazione interna tra gli uffici “cronica”. E’ il bollettino delle criticità nella mappa disegnata dalla task force del Comune di Guidonia Montecelio che in un mese e mezzo ha messo in campo un nuovo metodo per la regolarizzazione dei pagamenti. Da novembre fino alla chiusura dell’esercizio finanziario 2017, l’equipe ha preso in considerazione un campione di 190 pratiche, atti di liquidazione accompagnati da check list, pagando 2,7 milioni di euro mentre 53 procedimenti sono sospesi. Una goccia nel mare delle 6mila fatture che risultano ferme e che hanno generato un vortice di tensioni tra i creditori e l’ente. Guidonia è in grande affanno dal punto di vista dei conti ma la capacità del Comune di rispondere ai fornitori, in base a quanto emerge dal lavoro della task force, risulta però affossata dai meccanismi interni. Le aree non dialogano tra loro, per cui alla fine in ragioneria si crea un imbuto. Gli esiti del progetto sono stati presentati ieri dall’assessore Alessandro Alessandrini nell’aula consigliare dove si è riunita una partecipata commissione finanze, con la dirigenza schierata in presidenza, e il sindaco Michel Barbet.
“L’obiettivo del progetto è regolarizzare le procedure di pagamento, lo sforzo di miglioramento costituisce la condizione per superare la crisi di cui tutti sono vittime. Il rafforzamento degli uffici ne è condizione essenziale”. Alessandrini leggendo le slide che scorrono sullo schermo spiega che 190 sono gli atti trasmessi dai diversi settori durante il mese e poco più di lavoro della task force interna. Quelli sbloccati 137, la maggior parte del 2016 (cioè 86), quindi del 2015, 8 del 2017 e uno addirittura del 2013. Per quanto riguarda le paratiche di pagamento sospese, la maggior parte per problemi relativi al Durc, ma subito dopo “problemi di impegno”, e ancora relativi alle fatture, all’atto di liquidazione, a somme non disponibili. Ostacoli che “possono essere superati con efficienza e speditezza attraverso un confronto tra gli uffici e la ragioneria”. La panoramica non convice però i consiglieri di opposizione presenti. Il democratico Mario Lomuscio a più riprese interviene chiedendo riferimenti chiari per poter valutare l’impatto di quelle 190 pratiche liquidate.
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Il civico Mauro De Santis lo spiega in maniera chiara: se i ritmi sono quelli della task force, serviranno quattro anni per smaltire le fatture arretrate, senza contare quelle nuove. Una lettura che non viene smentita dall’assessore Alessandrini, ed è la segretaria comunale Annalisa Puopolo che ha coordinato il progetto a chiarire, “la task force ha creato un nuovo metodo che ora diventerà normalità”.
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Proprio agli uffici si indirizza gran parte dell’attenzione, l’intervento previsto infatti va dal miglioramento dei documenti, proprio dal punto di vista della compilazione e dell’archiviazione, fino alla condivisione delle informazioni. Niente può cambiare – questo si capisce in maniera chiara – se gli uffici non saranno rafforzati. Nell’area finanze un dipendente appositamente formato avrà il compito di monitorare, rispetto ai decreti ingiuntivi, facendo da coordinamento tra l’area di riferimento del debito e l’avvocatura. I settori dove si è originato il debito dovranno quindi elaborare dei piani di pagamento compatibili con le effettive possibilità dell’ente. L’avvocatura, dal canto suo, dovrà elaborare una idonea proposta transattiva con il legale del creditore per la chiusura del contenzioso. E’ chiaro che lo scopo è abbattere gli interessi legali e le eventuali spese di giudizio. Il piano dei pagamenti dovrà essere “coerente e credibile”. Gli occhi ora sono puntati sul 28 febbraio, data limite per approvare il bilancio di previsione: entro quel giorno si avrà la parola definitiva sul piano di riequilibrio.
Gea Petrini
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