di Gea Petrini
Venti di pace all’interno di Forza Italia, un vero colpo di scena. Mercoledì pomeriggio gli esponenti azzurri si sono incontrati, “con notevole ritardo” bacchetta Stefano Sassano, che apre però alla possibilità che si riesca a trovare una sintesi per ripresentarsi agli elettori con un progetto credibile. Intorno al tavolo, ex consiglieri (ma non tutti hanno risposto) e il segretario provinciale Adriano Palozzi. Torna a parlare il picconatore del governo Rubeis, che ha messo alle strette la sua stessa maggioranza ben prima dell’inizio della valanga giudiziaria. Nella spaccatura interna, Sassano, vicesegretario provinciale del partito, è stato tra i quattro che hanno bocciato il Bilancio, decretando la fine di sette anni di amministrazione di centrodestra.
Vi siete incontrati per la prima volta a livello di partito, convocati dal portabandiera Andrea Mazza. Come è andato il vertice?
Ci siamo incontrati con notevole ritardo rispetto a quando sarebbe dovuto accadere. Una riunione non molto partecipata, ma l’occasione per iniziare un confronto.
Quale è la prospettiva per Forza Italia e quali obiettivi vi ponete?
Poter tracciare una prospettiva oggi è molto difficoltoso perché le situazioni amministrative del Comune sono un elemento dal quale non si può prescindere. Di obiettivi ce ne possono essere molti, serve una seria analisi e una verifica, per elaborare una piattaforma comune di intendimenti da spendere con gli alleati.
Crede che Forza Italia, reduce da un’esperienza di governo drammatica, possa rivendicare la leadership della coalizione ancora una volta?
Il problema non è la leadership, ma una piattaforma politica seria su cui fondare un cammino comune. Partire dalla leadership è un errore politico che non è foriero di buoni risultati.
La valutazione sul passato governo, che divide lei dai rubeisiani, quanto conta in questa ottica?
E’ una parte importante dell’analisi che dobbiamo porre in atto, prima di dare forma al nostro progetto politico. Se dallo scioglimento, ci siamo incontrati solo ieri, è un fatto importante.
Dal suo punto di vista, Andrea Mazza avrebbe dovuto lasciare l’incarico di portavoce di Forza Italia?
Sono valutazioni che riguardano la sensibilità dei singoli e non mi sento di entrare nel merito.
C’è la possibilità di trovare una sintesi tra la sua linea politica e quella degli ex consiglieri vicini a Rubeis?
Escluderla sarebbe abiurare al concetto di politica. L’intendimento è di trovare una sintesi.
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