Si è dimesso Andrea Di Palma. Il sindaco facente funzioni lascia l’incarico alla vigilia del consiglio cruciale di lunedì: un lungo intervento nel quale rivendica la “bellissima esperienza di Eligio Rubeis che passerà alla storia”. Abbandona il vertice Di Palma, invitando “l’intero centrodestra a riflettere e a votare il Bilancio”. Il passo indietro è il tentativo estremo di convincere i quattro dissidenti a tenere in vita l’amministrazione, con lui vanno via anche gli assessori. Tanto che non esclude di ritirare le dimissioni se il consiglio dovesse dare il via libera al documento sui conti.
Ci sono pezzi della maggioranza senza numeri nella sala Giunta dove l’ormai ex facente funzioni convoca la stampa. Gli assessori, Boleo, Peluso, Cacciotti e i consiglieri Ncd Augusto Cacciamani e Antonio Tortora, gli azzurri Michele Venturiello, Andrea Mazza, Alberto Morelli, Marianna De Maio e la civica Silvia Mazza, e anche qualche ex come Gianluigi Marini e Giuseppe Nardecchia. In camicia bianca e cardigan carta da zucchero Di Palma inizia e annuncia subito le dimissioni: “L’esperienza amministrativa di Eligio Rubeis resterà alla storia, un progetto puntato a costruire la comunità e non come invece è stato detto a costruire case. Con Eligio abbiamo reso più bella e vivibile la città, siamo riusciti ad abbellire Guidonia Montecelio, anche grazie al fatto che Rubeis è architetto. Abbiamo costruito invece relazioni, il teatro, il museo. Il centrodestra qui è la migliore classe dirigente che la città abbia mai avuto, e il regista di tutto è Eligio”. Cita i risultati dei Servizi sociali e dei Lavori Pubblici.
Conclusa la panoramica sui sette anni di governo, Di Palma passa agli aspetti politici, riconosce il vice di non essere riuscito a fare sintesi nella maggioranza come poteva Rubeis, “a me è mancato di conoscere alcuni rapporti, di poter richiamare accordi e costruirci intorno una maggioranza”. Non vengono mai nominati direttamente i dissidenti Stefano Sassano, Mario Valeri, Anna Maria Vallati e Aldo Cerroni eppure un passaggio è chiaro: “A volte l’ingratitudine è il modo più semplice per non rispettare gli impegni assunti”.
Ecco poi l’invito alla “riflessione”. Di Palma fa l’appello: “C’è la possibilità per il centrodestra di ritrovarsi intorno al Bilancio e votarlo in maniera compatta, altrimenti sarebbe gravissimo. Non può essere più un voto contro l’esecutivo, perché ci siamo dimessi. Mi auguro che i contrari rivedano la loro posizione come ho fatto io. Mi piacerebbe ridare a Eligio Rubeis questa amministrazione comunale”.
Tortora e Cacciamani ringraziano, alla fine anche Morelli. Esce dalla porta da cittadino Andrea Di Palma. Dopo aver traghettato un governo con il sindaco agli arresti fino a quando la nave non si è arenata, non resta adesso che aspettare lunedì alle 19 quando con l’alzata di mani si definirà il futuro del Palazzo. Se i quattro dissidenti rimarranno sul voto contrario, l’amministrazione cadrà. In caso di ripensamenti invece Di Palma, incassata l’approvazione, potrà sempre tornare sui suoi passi. Intanto facce nere in settori di Forza Italia, ancora tensioni e il sipario è sempre più vicino. geape.
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