I moduli sono sul portale web del Comune, le delegazioni nei diversi quartieri si apprestano a dieci giorni di lavoro serrato in vista della presentazione delle liste. Eppure a Guidonia Montecelio il quadro politico per le elezioni amministrative dell’undici giugno ancora è traballante. Al momento sette sono i candidati alla carica di sindaco, di cui due però ancora non ufficiali, e il numero potrebbe non essere definitivo.
Concedendo l’apertura al primo sceso in campo, è in corsa Antonio Tortora con la lista civica Guidonia Popolare. L’ex consigliere di maggioranza, all’indomani dello scioglimento ha creato il simbolo insieme a Michele Bianco, andrà solo al primo turno, per il ballottaggio poi si vedrà.
Il partito democratico schiera Emanuele Di Silvio, ex consigliere e per una fase capogruppo, il giovane è stato consacrato dalle primarie del 23, contestate e fonte di inesauribile polemica. I democratici sono alle prese con feroci divisioni interne, l’altro competitor, Simone Guglielmo, non ha di fatto partecipato lanciando strali all’altra metà campo. Guglielmo non sarà in lista, questo è un dato certo, mentre è ancora un’incognita la scelta dei suoi alleati e sostenitori, cioè Domenico De Vincenzi che punta molto su Rocco Cisano, appena uscito da un ottimo risultato all’interno delle primarie nazionali a sostegno di Emiliano. Accanto al simbolo del Pd dovrebbero esserci altri tre simboli, il clima interno certo non aiuta la formazione dem.
L’altro candidato già in pista è Michel Barbet, che guida il movimento cinque stelle. I pentastellati stanno andando avanti con la campagna elettorale tra convegni tematici e mercati. Non è stata rosa e fiori anche in quelle latitudini, basta dare un’occhiata al forum del meet-up di Guidonia per farsi un’idea dello scontro che ha raggiunto il culmine i primi giorni di marzo, quando hanno dovuto – per via delle scadenze imposte dal nazionale – confezionare la lista in fretta e furia e decidere il candidato. Se le sono dette senza mezzi termini sulle primarie pentastellate organizzate con una certa carenza di trasparenza, così hanno attaccato alcuni attivisti. Da quella selezione è uscito il francese Barbet, creando non poco stupore all’esterno dove ci si attendeva che il timone passasse invece nelle mani di Sebastiano Cubeddu. Nello scontro delle decisioni tra l’assemblea e il famoso tavolo ristretto è sbucata fuori la clausola dell’aspettativa dal lavoro per chi intendeva prendersi la responsabilità della leadership. Un cavillo – ha fatto notare qualche cinque stelle con accenti al vetriolo – che sembrerebbe essere stato decisivo per togliere dalla scena Cubeddu. Ma le dispute tra le fazioni interne sono andate avanti anche nelle settimane successive, dove ci si è contrapposti anche sulla location delle riunioni, organizzate – con sdegno di qualcuno – nelle case private invece che nella sede del movimento.
Altro fronte, i civici. Il candidato sindaco del cartello delle cinque ormai diventate sei è Aldo Cerroni, l’ufficialità arriverà a ore. Strada tormentata per arrivare alla definizione del nome, dopo aver cercato inutilmente per mesi un profilo terzo. Insomma, l’obiettivo era imitare l’operazione Tivoli con Proietti, ma prima Marco Rettighieri, poi Luigi Trapazzo, quindi anche qualche imprenditore del territorio, uno ad uno si sono sfilati tutti, in settimane di trattative serrate che hanno coinvolto pure il Pd che poi ha fatto saltare il tavolo in un martedì ad alta tensione. Quindi Guidonia Domani (Cerroni), Biplano (Lombardo-Marini-Cipriani), Nuovo Progetto (Pauselli), i Democratici (Saccà e Rossi) e Movimento Futuro Italia sono andati sul candidato Cerroni, la scelta – come si sta dicendo – più politica che civica. E sono entrati in gioco nuovi interlocutori: Impegno Comune, la lista di area Bertucci ma senza il suo diretto contributo ha stretto l’accordo, entrando nel cartello. Il gruppo è uscito – per queste elezioni – da Fratelli d’Italia nelle note contrapposizioni sulla linea e su Messa. Si rafforza internamente quindi l’asse di destra, e sono presenti nell’alleanza adesso tre forze politiche che in via diretta o indiretta sono state nel governo Rubeis. Cerroni solo dal 2014, decretando poi – con ruolo da protagonista – la fine di quell’esperienza amministrativa. Sono andate in fumo invece le interlocuzioni dei civici con la parte di Forza Italia che è in opposizione all’asse Messa-Rubeis. La componente cioè di Stefano Sassano puntava sulla candidatura dell’avvocato Alberto Cuccuru: i civici non l’hanno voluta, e l’accordo non c’è stato. Ma secondo i rumors Gianni Tuzi, che fa parte appunto del gruppo Sassano, potrebbe comunque candidarsi in sostegno a Cerroni.
Nel centrodestra si è scatenata una guerra vera e propria all’interno di Forza Italia. Scontro senza esclusione di colpi sulla linea da seguire per individuare il candidato sindaco e sulla stessa titolarità a possedere il simbolo, alla fine in un colpo di teatro vero e proprio è uscita la candidatura di Arianna Cacioni. Laureata in economia, ex stagista del comune fino a diventare consulente per il cerimoniale – esperta di food and beverage si scrisse all’epoca – vicina a Eligio Rubeis. Il suo nome ha preso il posto di Alessandro Messa che con FdI era il candidato individuato in accordo con l’ex sindaco in un asse maturato da mesi. Una scelta però pienamente condivisa tra le due parti, Messa sarà candidato nella lista della Meloni a sostenere la trentenne vista – così la descrivono da quegli ambienti – come la sintesi tra la cultura liberale di Forza Italia e l’anima sociale di Fratelli D’Italia. Tant’è. L’entrata in scena della Cacioni mette fuori in automatico l’area di Stefano Sassano e quella di Andrea Mazza, con quale meta finale è tutto da vedere. Se i due simboli la sosterranno – l’ufficialità della candidatura ancora non c’è, si aspetta entro 48 ore – sulle alleanze è ancora mistero. Noi con Salvini potrebbe decidere infatti di andare in solitaria con un proprio candidato, e stesso dilemma è dalle parti del Movimento per la sovranità di Mirko Benetti. Se non si aggregano alla coalizione, potrebbero spuntare quindi altri due papabili sindaco.
Chiudono la panoramica Giorgio La Bianca – architetto, ex piddì – che si candida sindaco con tre liste a sostegno (Uniti per vincere, verdi e la civica di Andrea Grillo) e il Psi che punta su una donna, Morida Khaliel, per tre anni vice presidente del circolo Pertini a Guidonia. Incertezza invece sulla lista Sinistra Popolare di Filippo Silvi, anche qui potrebbe esserci il candidato, appunto il “compagno” di Montecelio.
Gea Petrini
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